Ieri diverse persone a lei molto care, si sono recate sul luogo dove fu rinvenuto, il corpo senza vita di Liliana Resinovich, il 5 gennaio 2022. Sono tre anni da quando scomparve, tre settimane prima.
Cosa successe in quei giorni, ancora non si sa. Le speranze di verità, per chi si è recato al parco di San Giovanni per ricordarla (come il fratello Sergio), sono affidate alla perizia di un team guidato dalla dott.ssa Cristina Cattaneo.
“Reputo che sia tutto già definito e la professoressa Cattaneo penserà a come far comprendere al meglio i fatti – sottolinea fratello della vittima – Sergio Resinovich-. Sono sicuro che questo è stato un delitto e non un suicidio. Mia sorella è stata aggredita. Ora aspettiamo di comprendere le modalità e poi vedremo come procedere”.
Caso chiuso come suicidio, e poi è stato riaperto. Claudio Sterpin che si è sempre definito il suo amante, come le tantissime chat che sono emerse nelle ultime settimane lo attesterebbero. Liliana, voleva andare a vivere con lui.
I due avevano una relazione da tantissimi anni. E si scrivevano in codice. Facevano progetti per il futuro, e cercavano anche una casa assieme.
“Lei manifestando le sue intenzioni ha firmato una specie di condanna a morte. Da questo fatto ho avuto un danno morale e con tutti i diritti di parenti e marito io mi metto come amante a rivendicare i miei diritti di cittadino-amante”. Sottolinea Sterpin.
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