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Emergono nuovi dettagli sul caso di Liliana Resinovich. Il tecnico  anatomico dell’obitorio in Procura ha ammesso una probabile responsabilità nella frattura della vertebra T2. Una rivelazione che arriva dopo tre anni dalla morte della donna scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita settimane dopo.

E due telefoni, un iPhone e un Samsung, che saranno nuovamente analizzati, ma questa volta con tecnologie digitali più avanzate, capaci di scavare molto più a fondo di quanto sia stato fatto fino ad ora.

L’obiettivo è quello di: far emergere dati nascosti, messaggi cancellati, ricerche online e note risalenti anche ad anni precedenti alla sua morte. Elementi che potrebbero gettare nuova luce sulla sua vita e forse anche sulle circostanze della sua scomparsa.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo, il 9 maggio scorso il consulente tecnico della procura, Nicola Chemello, che già aveva lavorato sui dispositivi nelle fasi iniziali dell’inchiesta, procederà ora con una nuova copia forense dei due tefonini.

L’analisi sarà effettuata attraverso la tecnologia Full File System, un metodo più completo rispetto a quello usato nel 2022 (File System), che consente di accedere a un numero molto più ampio di dati, inclusi quelli che l’utente credeva di aver eliminato per sempre.

Liliana aveva l’abitudine di cancellare frequentemente i messaggi di Whatsapp, e questo ha finora reso difficile ricostruire con precisione le sue ultime comunicazioni. Ora però, grazie ai nuovi strumenti disponibili, sarà possibile recuperare quei contenuti e comprendere meglio i pensieri, i contatti che avesse la donna, come anche le sue intenzioni nei mesi precedenti e anni, prima della sua scomparsa.

La speranza di familiari e investigatori è che questa nuova fase delle indagini digitali possa portare alla verità  e a risposte a tante domande e ancora irrisolte.