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Il sangue di San Gennaro si è scioglie a metà durante l’incontro del clero con Papa Francesco, il quale nel prendere tra le mani l’ampolla che gli porge il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe puntualizza: «Si vede che il santo ci vuole bene a metà e dobbiamo convertirci tutti perché ci voglia più bene».

Si tratta di un fatto veramente straordinario, unico e raro che avviene in presenza di un pontefice (salvo la leggenda, basata su una vox populi, del prodigio avvenuto dinanzi a Pio IX nel 1848).

Papa Francesco, acclamato dalla folla, è entrato nella cattedrale del Duomo di Napoli alle 15, dove era stato posizionato il reliquiario contenente il sangue di San Gennaro, che il Pontefice ha maneggiato al termine del suo incontro, benedicendo la folla.

Momenti di grande emozione e forte spontaneità fin dai primi istanti. In cattedrale ad accogliere il papa c’erano anche 66 suore di clausura.

«Le ho lasciate uscire per incontrarla» ha spiegato l’arcivescovo di Napoli.

Il cardinale non ha fatto in tempo a concludere che le claustrali hanno accerchiato il pontefice per abbracciarlo e offrigli doni.

«Sorelle dopo», ha dovuto contenere le suore, Sepe.

Poi Papa Francesco rivolgendosi ai religiosi ha detto loro: «Io ho preparato un discorso, ma sono noiosi i discorsi, preferisco rispondere ad alcune cose. Una suora molto anziana mi ha chiesto una benedizione articulo mortis per andare ad aprire un convento lontano. Questo è lo spirito della vita religiosa. Bisogna essere sempre in cammino. La testimonianza è camminare sulle strade di Gesù. Se il centro della vita è Gesù tutto cambia. Se ce l’ho contro il vescovo o il parroco, tutto ciò è perdere la vita. Lasciare la famiglia e l’amore coniugale non è testimonianza. Se voi religiosi non avete Gesù al centro della vita, ritardate l’ordinazione. Il cardinale mi ha regalato un libro di Sant’Alfonso Maria de Liguori, lì ci sono storie della Madonna. E ci spiega come ci porta a Gesù. Altra testimonianza – ha proseguito il Santo padre – è lo spirito di povertà che deve guidarci. Esaminate le vostre coscienze: ‘Come va la mia vita di povertà?’. Anche nelle piccole cose. Abbiamo dimenticato le opere di misericordia; il Diavolo spesso ci tenta con gelosie, invidie e antipatie. Dobbiamo per questo chiederci se la nostra vita è piena di gioia, se abbiamo scelto bene, se il Signore è fedele a noi, perché lui vi deve accompagnare sempre».

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