Manifesti affissi su decine di muri della Capitale, soprattutto in centro, da Borgo a Prati, fino a Trastevere, contro Papa Francesco. Poster che non riportano né sigle né simboli, ma che secondo l’Ansa potrebbero riallacciarsi, anche per il messaggio dato, ad ambienti conservatori, contrari alla linea riformatrice di Papa Bergoglio.
Manifesti, su cui Francesco appare accigliato, dall’aria cupa, senza quel sorriso che lo contraddistingue sin dai primi giorni del suo pontificato.
Il Papa a tale notizia, sempre secondo quanto riportato da l’Ansa, avrebbe reagito «con serenità e distacco».
Le scelte che indignerebbero gli anonimi dei manifesti, la cui affissione è stata fatta senza chiedere alcuna concessione, per l’uso di luoghi pubblici, riguarderebbero decisioni prese da Francesco su Ordini e congregazioni, come ad esempio, la recente rimozione del Gran Maestro dell’Ordine di Malta, e altre riferite ai cardinali.
Contestazioni che a Francesco non sono state risparmiate neppure prima, all’interno della Chiesa, con la lettera scritta da 13 cardinali che contestavano il metodo utilizzato nel Sinodo sulla Famiglia del 2015, «configurato come per facilitare risultati predeterminati su importanti questioni controverse».
O come nel caso in cui altri quattro cardinali che esprimevano «dubia» interpretazione di «Amoris Laetitia», l’esortazione post-sinodale, che non ha ricevuto risposta da parte del pontefice.
Si tratterebbe, però, della prima volta, in assoluto, almeno in tempi moderni, che un Papa viene attaccato in modo così forte, plateale, dagli ambienti clericali, al fine di sminuirlo di fronte al popolo, ai fedeli.
Certamente, il suo modus operandi, con la lotta alla pedofilia, all’abuso di potere, ai privilegi della casta, sta dando fastidio a molti, e sta portando i suoi frutti.