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Ci sono donne che presentano tumore al seno metastatico e che possono evitare la chemioterapia: a dirlo la metà delle analisi di 140 studi che hanno incluso 50.029 pazienti, pubblicata su Lancet Oncology e coordinata dall’Università Federico II di Napoli, ed è riuscita a dimostrare, per la prima volta in assoluto, che nessun regime di chemio è più efficace della combinazione di ormonoterapia e nuove terapie a bersaglio molecolare.

La indicazione riguarda il tumore al seno metastatico positivo per i recettori ormonali, e il 65% dei casi metastatici. In Italia sono 24mila le donne trattabili con tale combinazione. Lo studio è il risultato di una collaborazione internazionale, coordinata da Mario Giuliano dell’Università Federico II di Napoli e da Daniele Generali dell’Università di Trieste e che ha visto la partecipazione di molti ricercatori italiani.

“Si è evidenziato che le terapie mirate sono efficaci in prima linea, ovvero come primo trattamento, e che la qualità di vita migliora. Questa analisi – spiega Lucia Del Mastro, responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova – è molto importante perché, per la prima volta, pone a confronto, in prima e seconda linea, l’efficacia dei regimi oggi disponibili di chemioterapia e ormonoterapia, con o senza terapie mirate. E conferma quanto stabilito dalle linee guida internazionali, che raccomandano, anche in prima linea, l’impiego dell’ormonoterapia posticipando l’uso della chemioterapia in queste pazienti”.

Nonostante le raccomandazioni internazionali, tuttavia, oggi la chemioterapia è ancora diffusa nella pratica clinica in queste pazienti (in oltre il 40% dei casi): “Ci auguriamo che l’analisi pubblicata su The Lancet Oncology possa cambiare la tendenza. Le nuove opzioni terapeutiche, infatti – conclude la ricercatrice e responsabile della Breast Unit dell’IRCCS di Genova – garantiscono quantità e qualità di vita elevata”.