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I carabinieri di Civitavecchia hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal gip di Civitavecchia, su richiesta della Procura, che dispone misure cautelari (una degli arresti domiciliari e tre dell’obbligo di dimora), nei confronti di quattro insegnanti accusati, a vario titolo, di violenza sessuale su minore e di induzione indebita a dare o promettere “vantaggi”. Studentesse liceali, bendate e in bikini, costrette a “giochi” equivoci degenerati in abusi e violenze ma presentati come “formazione didattica”.

L’indagine è partita grazie a una denuncia sporta a gennaio scorso da un’allieva di un istituto scolastico superiore del territorio, che riferiva di comportamenti molesti e atti di natura sessuale da parte di un suo professore. Il docente, un 40enne originario di Frosinone, docente di matematica e vicepreside, è stato sottoposto ai domiciliari. “Il prof mi ha bendato e poi sono iniziate le molestie”, si legge agli atti in riferimento a un episodio. Le dichiarazioni della giovane sono state successivamente corroborate dalle testimonianze di altre sei studentesse che hanno riferito condotte analoghe e ricorrenti riconducibili allo stesso soggetto. Il docente arrestato “era stato già oggetto di sospensione cautelare motivo per cui è allontanato dalle aule scolastiche già da diverso tempo”, assicura il provveditorato.

Le indagini hanno avuto luogo tra gennaio e aprile e hanno permesso di raccogliere gravi elementi a carico del professore. Nello specifico, l’insegnante è accusato di essersi improvvisato istruttore di arti marziali palpeggiando le zone intime di una studentessa. Le indagini hanno inoltre consentito di ipotizzare le condotte omissive di altri tre insegnanti, residenti tra Civitavecchia e Tarquinia, gravemente sospettati di non essere intervenuti mentre il loro collega compiva atti sessualmente espliciti nei confronti di una studentessa nel corso di una gita scolastica. Sono stati inoltre raccolti gravi indizi circa condotte verbalmente moleste da parte dell’indagato nei confronti delle studentesse all’interno dell’istituto scolastico.

Al centro dell’inchiesta, dunque, un professore, che, nel tempo, avrebbe avvicinato un gruppo di studentesse per coinvolgerle in attività inappropriate, degenerate in abusi e violenze, a volte addirittura presentate come “formazione didattica”. Al momento, due gli episodi contestati al 40enne e, per condotte omissive, agli altri tre professori, indiziati di non essere intervenuti mentre il loro collega compiva atti espliciti.

“Eravamo in campeggio, tutte in bikini, ero bendata, sdraiata sul tavolo e stavo partecipando a un gioco: dovevo indovinare cosa mi stavano spalmando addosso. Solo al termine del gioco ho saputo che quando era arrivato il turno del prof, lui ne aveva approfittato per toccarmi glutei e gambe con un mix di dentifricio e terra”.

“Gli altri docenti presenti hanno minimizzato la vicenda, ripetendo che si trattava di un gioco – spiega a Il Messaggero il legale della famiglia della vittima. – Ma la ragazza, grazie all’aiuto dei genitori, è riuscita a capire cosa era accaduto e ha presentato denuncia a dicembre”. Quella sera, in campeggio, come ricostruito dalle indagini, tutte le studentesse erano in costume da bagno.

Le ragazze erano in campeggio estivo l’estate scorsa a Orbetello, in Toscana.
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