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Il Lasik, ovvero la diffusissima tecnica per gli interventi agli occhi con cui si risagoma la cornea per correggere la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, potrebbe non essere così sicura.

A rivelarlo negli Usa, la Food and Drugs Administration (Fda) che ha annunciato che diffonderà nuove linee guida alla luce degli studi fatti sui possibili effetti collaterali che durano mesi o anche anni.

Essi si rilevano prevalentemente per visione sfuocata, visione tripla, bruciori e secchezza oculare.

Il New York Times ha pubblicato infatti un rapporto in cui cita molti casi di pazienti che hanno subito danni anche permanenti agli occhi.

La Fda sostiene che più del 95% dei pazienti che si sono sottoposti al Lasik hanno beneficiato di una vista di 20/20, ma ci sono potenziali rischi: occhi secchi, dolori cronici e una visione sfuocata o doppia.

Inoltre, il 2% dei pazienti ha avuto difficoltà a svolgere le normali quotidiane attività lavorative senza l’impiego di lenti correttive. Per questo motivo, l’ente Usa diffonderà nuove linee guida per richiamare con chiarezza quali sono i possibili rischi correlati ad un intervento agli occhi con il laser.

Il Lasik (acronimo inglese di cheratomileusi laser assistita in situ) è la tecnica più usata di chirurgia refrattiva e utilizza il laser ad eccimeri che colpisce la regione dell’ultravioletto. Sono più di 190 milioni gli americani che usano lenti correttive della vista e oltre nove milioni si sono sottoposti al Lasik da quando è stato approvato dalla Fda, negli anni ’90, di cui 700.000 solo nel 2017. In Italia nel 2015 sono stati eseguiti 150 mila interventi agli occhi con tecniche laser per la correzione di miopia, astigmatismo ed ipermetropia e i difetti refrattivi sono in aumento soprattutto tra i giovani.

Gli oculisti americani sono prevalentemente favorevoli al Lasik, ma non mancano quelli che ne denunciano i rischi. “E’ una procedura molto rischiosa”, ha affermato Cynthia MacKay, “prende una cornea normale e sana e la danneggia in modo permanente”. Un altro, Eric Donnenfeld, parla invece di “rare complicazioni associate a qualunque tipo di intervento chirurgico” e insiste che si tratta della “tecnica più sicura mai adottata in oftalmologia”.