Spread the love

Dopo decenni di lavoro delle Nazioni Unite, la Convenzione sui diritti delle Persone con disabilità ha ulteriormente rafforzato il concetto di promozione dei diritti e del benessere delle stesse, rafforzando il principio di uguaglianza e la necessità di garantire a TUTTI una piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società. Se ne è parlato a lungo, ieri in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità.

Una ricorrenza istituita nel 1981 dall’ONU per promuovere appunto i diritti, il benessere e l’inclusione dei disabili nel mondo.

La Convenzione – che invita gli Stati ad adottare le misure necessarie per identificare ed eliminare gli ostacoli che intralciano il rispetto di questi diritti imprescindibili – si focalizza di fatto sulla necessità di garantire condizioni che consentano di vivere in modo indipendente (quando possibile ) e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita e dello sviluppo sociale.

Nessuno venga lasciato indietro” . Questo il principio di base della giornata che si è celebrata ieri 3 Dicembre 2018 per chiedere con forza, un rafforzamento dei servizi sanitari nazionali ed un miglioramento di tutte le strutture che permettano un effettivo accesso ai servizi.

Le persone con disabilità, infatti, risentono maggiormente dei disagi sanitari, hanno minori opportunità economiche e lavorative e tassi di povertà più elevati rispetto alle altre persone che non hanno disabilità; e ciò è in gran parte dovuto alla mancanza di servizi adeguati per loro, nonché a causa delle limitazioni che hanno ad accedere alla tecnologia d’informazione, alla giustizia e ai trasporti.

Inoltre, per queste persone, diversamente abili, esiste anche un rischio maggiore, essendo soggetti più vulnerabili, sono più esposti ad atti di bullismo, violenza sociale e a soprusi.

L’obiettivo di questa giornata e delle manifestazioni a essa correlate, che si tengono puntualmente ogni anno, è quello di inserire nella sfera sociale, politica, economica e culturale della società anche le persone diversamente abili, facendo in modo che anche per loro venga garantita la piena uguaglianza di diritti.

Infatti, anche gli obiettivi Onu dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile puntano sul fatto che nessuno sia lasciato indietro, ivi comprese le persone con disabilità.

Per questo motivo, è importante far leva e migliorare i servizi sanitari nazionali, includendo anche terapie alternative, come ad esempio la pet therapy, che ha dato ottimi risultati, e tutte quelle strutture in grado di consentire un effettivo accesso ai servizi per tutte le persone.

Poi altra cosa, molto importante. Affinché la celebrazione di questa giornata internazionale non sia vana, è importante, che tutti insieme, costruiamo contesti inclusivi facendo anche molta attenzione alle “parole” che vengano utilizzate per queste persone.

Occorre, infatti, usare un linguaggio appropriato che mette soprattutto “al centro le persone”, le consideri come tale. Che ci aiuti appunto ad andare oltre lo stigma che mette la disabilità sopra ogni cosa. Non si tratta, esclusivamente, di un puro esercizio di stile (oltre che per adeguarci alla terminologia utilizzata nella Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU, sottoscritta anche dall’Italia). Si tratta di qualcosa di più, di ancora importante e profondo: ossia, sottolineare il valore dato all’essere umano e al fatto che un attributo che lo caratterizza, la disabilità in questo caso, riguarda solo parte di esso e della sua vita, ma non lo rappresenta in modo unico.

Quindi, usare il linguaggio che mette al centro, “prima le persone”, ci permette appunto di togliere i pregiudizi e gli stereotipi e di vedere finalmente la persona, per come è, che cosa fa e quanto ha di bello da offrire a se stessa e alla comunità!

Perché, ricordiamocelo, queste persone sfortunate, hanno qualcosa da dare più di tanti altri! Sono più sensibili, generose, sono più dolci ed umane! Un esempio di forza e coraggio per tutta la società!.

Quindi, usiamo il nome di ogni persona, e se non lo conosciamo evitiamo etichette e usiamo il termine “persona con disabilità“, oppure “persona con sindrome di Down“, ecc.

Se ci aiutate in questa rivoluzione silenziosa, il mondo sarà un posto un po’ più giusto e più bello in cui vivere!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.