In una capitale francese blindata si è aperto oggi il summit Cop21, sul clima.
Per i 150 leader mondiali riuniti oggi a Parigi fino al prossimo 11 dicembre, si tratta dell’ultima occasione per salvare il nostro pianeta.
Una sfida colossale ma non impossibile da affrontare che porti ad un accordo storico che limiti il riscaldamento climatico onde evitare ripercussioni irreversibili.
Francois Hollande: “Ai nostri figli dobbiamo lasciare un pianeta preservato dalle catastrofi e sostenibile”. “Abbiamo un obbligo di successo”, ha detto il ministro degli Esteri francese e presidente della Conferenza Laurent Fabius.
Mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon rivolgendosi ai capi di stato ha avvertito: “Il futuro del mondo è nelle vostre mani, non sono consentite indecisioni. Voi avete il potere di assicurare il benessere di questa e della prossima generazione”, trovando un accordo per arginare entro i due gradi l’aumento delle temperature del pianeta causato dalle emissioni inquinanti. Per farlo i leader dovranno cercare “il compromesso, il consenso e, se è necessario, anche la flessibilità”.
Tra i leader intervenuti per primi anche il presidente americano Barack Obama, che ieri sera insieme ad Hollande si è recato al Bataclan per rendere omaggio alle vittime del 13 novembre.
“Sono venuto di persona come rappresentante della prima economia mondiale e del secondo inquinatore per dire che noi, Stati Uniti, non solo riconosciamo il nostro ruolo nell’aver creato il problema ma che ci assumiamo anche la responsabilità di fare qualcosa in proposito. Possiamo cambiare il futuro qui e adesso. Bisogna “agire ora, mettendo da parte gli interessi di breve termine”.
Presente al summit anche il premier italiano Matteo Renzi che dopo la stretta di mano con il segretario dell’Onu ha postato su Facebook la foto dell’incontro commentando: “L’Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all’egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre terra. Quattro miliardi di dollari da qui al 2020, lo sforzo delle istituzioni e delle aziende a cominciare da Eni e Enel, un grande investimento educativo per le nuove generazioni. Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati di altissimo livello. Siamo tra i protagonisti della Green economy. Abbiamo ridotto le emissioni del 23% negli ultimi 20 anni. Sull’efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale. Dunque, noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutto sarà inutile”.
Francois Hollande e David Cameron si sono incontrati a Parigi per organizzare insieme le nuove strategie da mettere in atto contro l’Isis. Dopo aver infatti sostato davanti al Bataclan per rendere omaggio alle 89 vittime, i due leader si sono confrontati su un percorso da intraprendere insieme.
Il premier britannico è intenzionato a chiedere al Parlamento di appoggiare il piano per partecipare con i raid in Siria.
Intanto ha annunciato Hollande, “La Francia intensificherà i bombardamenti” in Siria, scegliendo “gli obiettivi che facciano più danni possibili all’esercito terrorista”.
Aggiungendo anche “la Francia ha preso la sua decisione nello scorso mese di settembre, ora sta alla Gran Bretagna di capire come può a sua volta impegnarsi”.
Cameron da parte sua mette subito a disposizione della Francia la sua base aerea a Cipro. E dopo l’incontro con il presidente francese scrive su Twitter: “Il presidente Hollande e io siamo uniti nella nostra determinazione a sconfiggere il malvagio culto della morte, l’Isis”.
Foto Ansa
“La Francia è stata aggredita in modo vergognoso e violento, quindi sarà spietata contro la barbarie dello Stato islamico, agirà con tutti i mezzi, sul fronte interno ed esterno, in concertazione con gli alleati”.
Lo ha annunciato questa mattina, in diretta tv il presidente francese Francois Hollande, lanciando un appello “all’unità indispensabile.
“Le forze di sicurezza e l’esercito sono mobilitate al massimo livello delle loro possibilità: – ha proseguito Hollande. La Francia sarà spietata, non avremo pietà contro i barbari. Quello che è successo ieri a Parigi e a Sant Demis vicino allo Stade de France è stato un atto di guerra commesso da un’armata jihadista contro i valori che noi difendiamo e che siamo: un Paese libero”.
Il presidente francese ha anche annunciato tre giorni di lutto nazionale in omaggio alle vittime degli attentati terroristici della scorsa notte a Parigi.
La città di Parigi è sotto attacco terroristico, si parla di matrice islamica.
Almeno tre gli attentati avvenuti pochi minuti gli uni dagli altri. Almeno 18 i morti accertati, tra cui anche uno degli attentatori. Un numero ancora imprecisato di feriti e ostaggi, questo e altro ancora sono solo alcuni dei numeri di quanto sta succedendo nella capitale francese.
“Allah Akbar” avrebbero urlato gli attentatori prima di sparare. Una sparatoria a colpi di kalashnikov sarebbe avvenuta in un ristorante nel X arrondissement, ed almeno due esplosioni sarebbero invece avvenute al di fuori dello Stade de France dove era in corso l’amichevole Francia-Germania.
Una terza sparatoria sarebbe poi avvenuta al Bataclan, nota sala di concerti nell’XI arrondissement, non lontano dalla sede di Charlie Hebdo.
Secondo alcuni testimoni sarebbero stati esplosi almeno 50 colpi di arma da fuoco e ci sarebbero sessanta persone in ostaggio.
Il presidente Francois Hollande presente alla partita, sarebbe stato portato via per motivi di sicurezza, e al momento sarebbe impegnato in un vertice con il ministero dell’Interno per fare il punto della situazione.
Grazie all’assalto delle forze di sicurezza francesi a Dammartin-en-Goele, dove si erano trincerati i fratelli Kouachi (i terroristi che hanno fatto irruzione nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, compiendo una vera e propria carneficina), e agli uomini del Gign, del Raid, e dei reparti speciali, i due sono stati raggiunti ed uccisi. (altro…)
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