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Il divario di genere fra uomini e donne in opportunità, status, rappresentanza politica e attitudini continua ad allargarsi negli anni e rispetto a un anno fa segna anche un vistoso regresso.

Ma soprattutto, è sul fronte del lavoro e delle retribuzioni che le distanze continuano ad essere più profonde. A certificare tale andamento, nonché una “preoccupante” involuzione nelle dinamiche delle differenze di genere è il World Economic Forum: che nella classifica globale stilata per quest’anno – valuta diversi aspetti e ambiti che vanno dall’educazione, alla salute, dal lavoro all’aspettativa di vita fino ad arrivare all’acquisizione di potere in campo politico.

Il nostro Paese precisa l’indagine, precipita di ben 32 posizioni crollando all’82/mo posto su un totale di 144 Paesi presi in esame. Nel 2015 l’Italia era al 41/mo posto e nel 2016 al cinquantesimo.

Inoltre, sul fronte delle retribuzioni “c’è una percezione molto bassa della parità salariale per un lavoro simile tra i sessi” con l’Italia che “si classifica al 126/mo posto su 144 Paesi”.

In particolare, dall’analisi del Wef emerge che la quota di lavoro quotidiano non pagato raggiunge il 61,5% per le donne italiane contro appena il 22,9% per gli uomini.