Spread the love

La musica in grado di attivare parti di cervello non compromesse dalla demenza senile. E’ il risultato ottenuto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo e dalla charity Playlist for Life di Glasgow, che sostengono infatti, che la musica vada ad attivare parti del cervello non compromesse dalla demenza senile, riuscendo così a far riaffiorare ricordi e memorie oramai perduti.

Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Neurology e consiglia di creare una playlist ad hoc, ad uso terapeutico. Per i ricercatori bisogna cercare titoli delle canzoni preferite dalla persona con demenza senile quando era giovane, tra i 10 e i 30 anni. In quanto, spiegano, che è in questo periodo che si formano molti ricordi che poi diventano fondamentali. In secondo luogo, aggiungere tracce di “eredità” che derivano dai ricordi dell’infanzia oppure che hanno a che fare con amici o ex del periodo. Ultima cosa, aggiungere alla playlist tracce “identitarie”, cioè che si ricolleghino alla cultura, nazionalità ed etnia della persona. Particolarmente care, dunque.

Questo studio mette in evidenza che la demenza senile non distrugge la personalità dei pazienti e non cancella gran parte dei ricordi e delle emozioni che caratterizzano ogni persona. Oltre a stimolare i familiari a scavare nel passato di questi pazienti i ricercatori consigliano anche di scoprire canzoni significative per loro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.