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Nasce in Italia una nuova terapia per i tremori legati alla malattia di Parkinson, che non vengono controllati con i farmaci.

È del tutto indolore e si basa sugli ultrasuoni, guidati dall’operatore grazie al controllo costante della risonanza magnetica.

Il primo studio clinico, condotto al Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Cliniche Applicate dell’Università de L’Aquila, ha interessato 39 pazienti offrendo risultati interessanti tanto da essere presentato anche in occasione del congresso che si è tenuto pochi giorni fa a Chicago da parte della Società Radiologica del Nord America (RSNA).

Il trattamento che potrebbe diventare realtà pratica nel prossimo futuro, si propone come alternativa all’impiego della stimolazione cerebrale profonda, che si attua con un dispositivo che viene impiantato e consente di controllare i centri nervosi responsabili dei tremori e di altri sintomi.

Ma come funzionano gli ultrasuoni?

Gli ultrasuoni ad alta intensità vengono concentrati su una particolare area di tessuto cerebrale, il talamo, e grazie al calore da essi indotto la zona viene in qualche modo modificata. Non appena avviene questo invisibile fenomeno i tremori diminuiscono, con un’efficacia che si mantiene in modo costante anche nel tempo.

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