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D’ora in poi, basterà guardare la risposta della nostra pupilla per fare il test dell’udito.

A rivelarlo i ricercatori dell’Institute of Neuroscience dell’University of Oregon negli Stati Uniti. Il team di lavoro che ha messo a punto un test alternativo, dove si possa capire le capacità dell’udito, anche senza la partecipazione della persona sottoposta al test.

Gli esperti sono partiti dalla constatazione che il barbagianni, un uccello simile al gufo che troviamo anche in Italia, quando sente un rumore dilata le pupille. Gli scienziati in forza all’istituto di ricerca americano hanno voluto capire se la stessa cosa accadesse agli uomini. I risultati dei loro esperimenti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of the Association for Research in Otolaryngology.

Come avviene però il nuovo test dell’udito?
Per raggiungere i loro risultati, i ricercatori hanno usato una tecnologia in grado di di esaminare le pupille di 31 adulti, con un’età media di 24 anni, che non avevano alcun problema di udito. Nel test è stata utilizzata una videocamera a infrarossi per monitorare le pupille dei partecipanti, durante l’ esame audiometrico. Il gruppo di lavoro ha misurato la pupilla almeno un secondo prima che arrivasse il suono e due secondi dopo.

I risultati della ricerca?
I volontari dovevano schiacciare un bottone diverso a seconda del suono che ascoltavano. Ogni volta che uno di loro pigiava questo bottone la pupilla si allargava. Per la precisione cominciava a dilatarsi circa un 25 decimi di secondi dopo aver sentito il suono. Il fatto stesso che la dilatazione avvenisse in un tempo così ristretto ha fatto propendere gli specialisti per una causalità diretta tra suono e dilatazione. In pratica si è scoperto che la dilatazione della pupilla era sensibile come la capacità di schiacciare il bottone.