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Governo e sindacati sono molto vicini a un accordo sulle pensioni che confluirà in una proposta dell’esecutivo da inserire in Legge di Stabilità, che tutela gli addetti ai lavori gravosi dagli adeguamenti alle aspettative di vita e prevede una proroga al 2019 anche per l’APe social e la pensione anticipata dei precoci.

Lunedì 13 novembre si è tenuto il vertice tra Governo (premier Paolo Gentiloni, ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del Lavoro Giuliano Poletti) e segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil (Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmero Barbagallo).

Il risultato è un accordo di massima che andrà perfezionato in una successiva riunione, fissata per sabato 18 novembre.

I punti chiave almeno sette e 300 i milioni messi sul piatto dal governo.

Innalzamento a 67 anni dell’età della pensione a partire dal 2019 (5 mesi in più rispetto a oggi). «Salvate» solo 15 categorie dei lavoratori che svolgono attività gravose, che magari fino a sabato potrebbero diventare qualcuna in più, ma la sostanza non dovrebbe cambiare. Lo sconto di 5 mesi riguarderebbe circa un lavoratore su dieci di quelli interessati ad andare in pensione nel 2019, secondo il governo. Le condizioni per evitare lo scatto a 67 anni sarebbero comunque stringenti: 30 anni di contributi ed essere stati occupati in mansioni gravose per almeno 7 anni negli ultimi 10. Un nuovo meccanismo di calcolo della speranza di vita, che terrebbe conto anche degli eventuali cali della stessa. Ma sarebbe utilizzato solo più avanti, a partire dal 2021, sulla base delle proposte che dovrebbe fare una commissione di esperti incaricata anche di approfondire il tema delle diverse aspettative di vita legate ai diversi lavori.

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