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L’Irccs dell’Ospedale San Raffaele di Milano in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca è riuscito a dimostrato come sia possibile velocizzare la ricostruzione dei tessuti nei topi colpiti da danni al fegato e ai muscoli. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Journal of Experimental Medicine e potrebbero aprire a nuovi scenari perfino nel campo della cura dei tumori.

Tutto è nato grazie alla scoperta della ‘doppia vita’ della proteina HMGB1 (High Mobility Group Box 1) presente nel nucleo delle cellule, che viene lanciata come un sos in caso di stress o danno al tessuto. Una volta rilasciata, la proteina svolge un duplice ruolo: governa l’infiammazione, richiamando le cellule del sistema immunitario che ‘bonificano’ l’area da microrganismi e tossine; controlla la rigenerazione portata avanti dalle cellule staminali.

Il passaggio tra le due fasi è regolato dalla chimica: ovvero, dalla proteina ossidata che svolge azione infiammatoria, mentre quando non lo è (ed è in forma ridotta), ha la sua azione è rigenerativa. Partendo da questa osservazione, i ricercatori hanno messo a punto una versione artificiale della proteina (chiamata 3S-HMGB1) che non può essere ossidata: con una sola iniezione, che nei topi, ha dimostrato di promuovere la rigenerazione muscolare ed epatica in modo più efficace della forma normale, senza mai indurre una risposta infiammatoria esacerbata.

La duplice natura di HMGB1 potrebbe avere importanti ripercussioni anche sull’oncologia, dove l’azione infiammatoria della proteina potrebbe avere un ruolo terapeutico. “I tumori si comportano in modo simile a tessuti quando sono danneggiati”, spiega Marco Bianchi, capo del dipartimento di Dinamica della cromatina all’Ospedale San Raffaele di Milano “In questo caso l’azione rigenerativa di HMGB1 può essere però dannosa. Sfruttando le sue proprietà infiammatorie, si potrebbe invece ostacolare la crescita del tumore”.

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