Se a tavola si superano le 2.000 calorie al giorno, questo non può creare solo dei problemi di peso, ma incidere anche sulla memoria.
Sembra, infatti, che con una tale quantità di calorie, possa raddoppiarsi il rischio di perdita di memoria e insorgere un declino cognitivo, a partire dai 70 anni.
Esisterebbe dunque, una correlazione dose-risposta, in quanto, tante più calorie si assumerebbero, tanto più sarebbe alto il rischio, di danneggiare il cervello e avviarlo verso la perdita di memoria.
Ad arrivare a questa conclusione, sono stati i ricercatori della Mayo Clinic di Scottsdale, in Arizona, i quali, hanno presentato il loro studio durante il meeting annuale dell’American Academy of Neurology.
Ebbene, nel corso della ricerca, sarebbero stati arruolati 1.233 soggetti tra i 70 e gli 89 anni e divisi in 3 gruppi in base all’apporto calorico giornaliero riferito.
Così, in uno dei tre gruppi vi erano tutte quelle persone che avevano dichiarato di consumare tra le 2.000 e le 6.000 calorie al giorno. Da qui è emerso che la probabilità di rilevare la Mild Cognitive Impairment (MCI) ossia il declino cognitivo lieve era alto, più del doppio, nel gruppo che mangiava di più rispetto agli altri due.
Il declino cognitivo lieve consiste infatti, in una riduzione di efficienza mentale che è più grave del declino fisiologico a causa dell’età ma non come lo è la demenza senile, ma ciò nonostante, può, progredire portando all’Alzheimer.