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Sono circa 13,8 milioni gli anziani over 65enni in Italia e il loro numero raggiungerà i 20 milioni nel 2050. A fronte di una simile emergenza in un Paese che tende ad invecchiare sempre di più, gli specialisti in grado di curare gli anziani nella loro totalità sono in compenso appena 2.000. Numero che è destinato a scendere ulteriormente.

Arrivati ai 70 anni l’80% degli anziani hanno almeno due o più patologie croniche con cui convivere ogni giorno. Tra farmaci, visite e prescrizioni varie: dalle cardiopatie all’osteoporosi, dalla pressione alta al diabete.

“Non di rado i medicinali che fanno bene per una malattia potrebbero peggiorarne un’altra. La valutazione d’insieme della salute degli anziani e, soprattutto degli over 80, è quella che spetta al geriatra, vero e proprio coordinatore in grado di tarare le cure sulle necessità e fabbisogni del singolo paziente”, spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (Sigg). Ma c’è una crescente discrepanza tra offerta e necessità, perché, a fronte di questi numeri, “abbiamo oggi appena 2.000 specialisti in Geriatria in tutta Italia e ogni anno ne vengono formati solo 169 perché questo è il numero delle nuove borse di specializzazione finanziate ogni anno”. Di fatto, il calcolo del fabbisogno tiene conto, e per difetto, solo delle necessità ospedaliere, ma non dell’impiego in strutture territoriali per l’assistenza domiciliare erogata dalle Asl, di quello nelle residenze sanitarie assistenziali sia pubbliche che private”. Per risolvere questa grave carenza, “nell’arco di un quindicennio occorrerebbero circa 450 borse di specializzazione per ‘sfornare’ altrettanti specializzati ogni anno. Consapevoli che ad oggi questo è impossibile – conclude l’esperto – riteniamo che almeno 300 sarebbero il minimo per attutire il problema”.