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Le coppette mestruali, sicure come gli assorbenti ma non usa e getta. Lo dice anche una meta-analisi che ha esaminato 43 studi precedenti condotti su 3319 donne. Una ricerca pubblicata su Lancet Public Health, che ha tenuto conto di possibili effetti collaterali o danni conseguenti all’uso delle coppette, perché si crede che magari aderendo alle pareti vaginali raccolgono il flusso invece di assorbirlo, e ancora, problemi nella flora vaginale, effetti negli organi riproduttivi, digestivi o urinari. Senza trascurare la sicurezza in caso di uso scorretto e le condizioni igieniche insoddisfacenti.

Il risultato invece, di questa indagine promuove a pieni voti queste coppette di silicone che costano in media 15-20 euro, ma il cui utilizzo dura parecchio tempo, in quanto lavabili e non usa e getta

Il loro uso ha preso piede negli ultimi anni grazie anche ai risvolti ecologici. Infatti, visto anche il minor impatto sull’ambiente rispetto ad assorbenti e tamponi tradizionali. Per questo motivo lo studio in questione suggerisce l’esigenza di nuove valutazioni su costi e benefici. Innegabili, in realtà, se si pensa che ad ogni lavaggio la coppetta si può essere riutilizzata, sterilizzata dopo ogni ciclo, fino a una durata di ben 10 anni.

Ma lo studio in questione è andato anche più in la, sottolineando anche che nei Paesi in via di sviluppo come l’Africa ad esempio, in condizioni igieniche precarie, le coppette possono essere la soluzione ideale per evitare infezioni gravi, come sottolinea la ginecologa della Clínica Universitária spagnola di Navarra, Regina Cárdenas, che intervistata da Il Paìs le definisce, “un’invenzione eccezionale”.

Questi prodotti intimi sono disponibili in base a misure e capienza (dalla S alla XL), con una lunghezza che può variare in base alla marca, ma bisogna avere una conoscenza appropriata delle necessità personali (quantità del flusso mestruale, dimensioni e possibilità di svuotare la coppetta) per farne un uso corretto.

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