La scienza sostiene che l’assenza di cibo, ogni tanto, se fatta con moderazione non faccia male. Anzi, sarebbe in grado di ridurre infiammazioni, proteggere le cellule dai danni ossidativi e favorire l’eliminazione delle cellule danneggiate, migliorare infine la risposta immunitaria.
L’astensione dal cibo sarebbe dunque in grado di rallentare la crescita dei tumori. Una dieta a strettissimo contenuto calorico, ben bilanciata, è consigliata a questi pazienti che sono in trattamento chemioterapico (le cui cellule tumorali non riescono ad alimentarsi con i chetoni prodotti durante il digiuno).
Il metabolismo con l’astensione dal cibo migliora, e il cervello è maggiormente operativo. Digiunare ha effetti benefici su tutto l’organismo, sostengono gli esperti, ma un digiuno prolungato e praticato senza alcun controllo medico può essere nocivo, in quanto può danneggiare la salute dei muscoli e arrecare danno a diversi organi vitali.
Il digiuno è severamente proibito a bambini ed anziani. Soggetti affetti da patologie metaboliche croniche come il diabete tenuto conto delle speciali esigenze alimentari considerati i fabbisogni nutrizionali, l’attività fisica svolta e le terapie farmacologiche in essere.
Quando si decide di praticare il digiuno non devono mai essere esclusi i liquidi. Il digiuno, inoltre, non va preceduto e seguito da pasti abbondanti e carichi di grassi, altrimenti si amplifica lo sforzo e non si ottengono i benefici ad esso collegati.
Esistono numerose diete che contemplano fasi di digiuno, una delle più è la cosiddetta dieta mima-digiuno, elaborata da alcuni scienziati italo-americani. Questa dieta applicata per pochi giorni al mese è efficace quanto una dieta composta con solo da pane e acqua.
Dunque, il digiuno (limitando il numero di pasti o consumando solo prodotti vegetali e acqua) prescritto per la Quaresima oltre ad essere un esercizio benefico per la volontà a fortificare lo spirito, può essere praticato anche nei giorni prescritti, per disintossicare il corpo, compatibilmente con lo stato di salute (fisiologico o patologico) della persona.