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Un intervento sul lavoro è stato varato oggi dal governo e vale “circa 1,5 miliardi di euro”. Esso servirà per “aiutare in un arco di tempo di 18 mesi 200mila giovani, con una maggiore percentuale al Centro-Sud. Lo ha annunciato il presidente del consiglio, Enrico Letta, al termine della riunione del Cdm.

Letta riferendosi al decreto, ha detto “mi consentirà di andare stasera e domani al Consiglio europeo per fare una battaglia a favore dell’occupazione giovanile. Ringrazio i ministri coinvolti, in particolare Giovannini, Trigilia e Carrozza“.

Secondo quanto contenuto nella bozza del dl lavoro esaminata dal Consiglio dei ministri, si prevede un incentivo per i datori di lavoro fino a un massimo di 650 euro mensili per ogni lavoratore che verrà assunto a tempo indeterminato. L’incentivo è in via sperimentale ed è destinato ai giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni. Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico. Il bonus viene istituito, si legge, “al fine di promuovere forme di occupazione stabile di giovani” e “in attesa dell’adozione di ulteriori misure da realizzare anche attraverso il ricorso alle risorse della nuova programmazione comunitaria 2014-2020”.

L’incentivo, verrà corrisposto “per un periodo di 12 mesi”. La domanda nasce però spontanea. E i giovani che hanno studiato, hanno già un’esperienza professionale alle spalle, che futuro avranno? Saranno tagliati fuori dal mondo del lavoro?.

Il Consiglio dei ministri ha tra l’altro rinviato di tre mesi l’aumento di un punto dell’aliquota massima dell’Iva. L’aumento scatterà solo il 1 ottobre, ma non è esclusa un’ulteriore proroga. Provvedimento molto atteso, “per dare un segnale a favore della ripresa dei consumi”. Per ora ci sarebbe una “copertura molto precisa” per i prossimi tre mesi “da un miliardo di euro”.

Approvato anche il decreto contro il sovraffollamento carcerario.

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