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E’ tempo di risparmio e di fai da te anche per i capi d’abbigliamento e accessori. Come? Semplicemente reinventandoli.

Studiando tutte le tecniche di taglio e cucito, dai punti base alle piccole riparazioni, fino ad arrivare alle istruzioni vere e proprie per realizzare in autonomia abiti e accessori fai-da-te o per dare nuova vita a vecchi capi d’abbigliamento che non mettiamo più. Grazie a progetti di upcycling. A spiegarlo è il nuovo manuale di Alberto Saccavini, esperto di sostenibilità della moda, “Sarto subito!” (Altreconomia).

Saccavini nel suo manuale non solo invita a riappropriarci del “saper fare” e al rinnovamento del nostro armadio risparmiando, ma spiega anche perché è tempo di “dare un taglio agli acquisti compulsivi e ai capi della fast fashion, un sistema insostenibile per l’ambiente e per i lavoratori”. La rivoluzione è quella di diventare “stilisti di se stessi”. Appropriarsi di tutte le principali tecniche sartoriali, con oltre 50 progetti di facile realizzazione.

“Sarto subito!” va oltre, però, al semplice manuale di taglio e cucito. Perché, invita ad aprire il nostro armadio, a scoprire che i nostri abiti sono troppi, poco usati o che vengono da Paesi lontani, e dare così un taglio netto agli acquisti compulsivi e alla fast fashion.

A volte basta poco, per cambiare il colore ad un vestito che non ci piace più. Ad allargarlo, allungarlo o restringerlo.

A volte basta cambiargli semplicemente i bottoni, applicargli qualche fiocco o fibbia particolare, un colletto o una cintura particolare per fare la differenza e avere a disposizione un nuovo capo di abbigliamento completamente reinventato.

Ma non solo. Un pullover può diventare una bella borsa di lana. Un foulard una cintura. E ancora, con la lana possiamo creare le nostre simpatiche sciarpe imparando l’arte dei ferri. Tecnica molto rilassante durante il tempo libero.

O imparare a spendere meno e a comprare abiti usati, rigenerati che rispettano l’ambiente e i lavorori.

Il libro di Saccavini dice anche che la moda la possiamo fare noi stessi. Perché, spiega l’autore del libro, bastano una buona materia prima, una certa competenza e il fattore più importante, l’ispirazione. Con questi strumenti possiamo immaginare una nuova vita per i nostri vestiti, da scambiare con le amiche, da riparare o reinventare. O possiamo creare un capo d’abbigliamento ex novo, con l’unico limite della nostra fantasia. Il manuale affronta infatti le basi del cucito, illustrando i principali punti a mano e l’elenco completo di attrezzi che non possono mancare nella cassetta del sarto. Spiega poi dove reperire i materiali (metro, stoffa o filato nuovi o usati) dagli store online fino ai mercatini e ai negozi di scampoli; dove imparare e riconquistare la nostra manualità, dalla nonna alle associazioni di quartiere per non parlare delle scuole di moda ufficiali; dove cercare l’ispirazione.

Tra i 50 progetti illustrati, c’è il DIY, come le semplici gonne e i pantaloni Thay di Nadia Gozzini, sarta e costumista. Oppure l’upcycling, in cui da una vecchia maglietta o da un jeans scaturiscono nuove forme, e da un maglione liso si palesano guanti e cappello. Con una particolare attenzione a come trasformare il guardaroba maschile, dalla camicia alla cravatta. Il manuale è arricchito poi da due interviste, molto interessanti a Sara Conforti e Nicoletta Fasani, sul refashion che permette di estrarre da un vecchio maglione una borsa, un basco e di trasformare gli abiti. Nell’introduzione, l’intervista a Deborah Lucchetti, coordinatrice della campagna “Abiti puliti”, una rete che da anni si batte per i diritti dei lavoratori nell’industria della moda globale.

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