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E’ accaduto ad Anzio, in provincia di Roma, presso il Reale Circolo Canottieri Revere Remo, dove un’allieva 15enne è stata violentata dal suo istruttore di anni 23, figlio di uno dei soci del circolo e numero due della Federazione italiana vela, che l’avrebbe portata nella sua casa a Lavinio, per farla bere e poi approffitare di lei, in un momento di vulnerabilità. La procura di Velletri indaga sul caso mentre il club ha chiesto il massimo riserbo ai soci.

La giovane, un amico coetaneo e l’istruttore sono usciti di notte dalla foresteria dove gli allievi alloggiavano e dormivano durante il corso estivo. L’istruttore li ha portati nella sua casa al mare a Lavinio, violando  una regola fondamentale del Circolo Canottieri Tevere Remo che impedisce agli insegnanti di fare uscire di notte i propri allievi minorenni. Da lì iniziano a bere, il ragazzo si addormenta e il 23enne violenta la ragazzina di anni 15, che al mattino, quando l’amico si sveglia e le chiede il bagno, allarmata gli dice: “Sono stata violentata”. Il ragazzo capisce subito che devono andare via e con una scusa porta la ragazza. Tornano nella sede del Circolo ad Anzio dove la giovane racconta quanto accaduto ad altri allievi e scrive con un gesso su una lavagna ciò che è capitato.

 

Il mattino dopo, al pronto soccorso per la visita, propedeutica, scatta la denuncia.

“C’è una indagine in corso. Precisiamo che nulla è avvenuto all’interno del Circolo. Abbiamo 40 istruttori per le più svariate discipline e non è mai successo nulla in un secolo e mezzo di storia. Questo è davvero un fulmine a ciel sereno”, afferma il professore Daniele Masala, ex olimpionico e 35esimo presidente del Tevere Remo, che è stato preceduto nel suo incarico da principi, baroni, importanti senatori e deputati. “Difenderemo il buon nome del Circolo”, spiega Flavio Nicolai socio del Tevere Remo ed importante penalista romano.

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