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Come sarà la scenografia del prossimo Festival di Sanremo 2019?

Lo spiega Francesca Montinaro, scenografa del festival di Sanremo n. 69, targato, per il secondo anno consecutivo, Claudio Baglioni.

«Una rivoluzione dello spazio che arriva quasi all’assenza della scena. Penso sempre che l’essenziale sia molto più potente rispetto a scelte didascaliche o decorative. Sarà un palco con mille sfaccettature, che cambia in maniera costante grazie a una macchina teatrale motorizzata in grado di creare quadri scenici mutanti. Per questo la definisco una scenografia invisibile».

In scena ci sarà un trampolino in mezzo alle nuvole: «Sanremo non è una semplice gara tra cantanti, è un rito religioso. Il trampolino è la metafora del Festival, occasione per realizzare i propri sogni e veder riconosciuti i propri talenti». Francesca Montinaro ha lavorato in sintonia con il direttore artistico e conduttore del festival Claudio Baglioni e con il regista Duccio Forzano, alla sua sesta esperienza sanremese: «La sfida che mi ha suggerito Claudio era quella di lavorare sull’armonia, voleva che la scena evocasse questo concetto. Duccio invece mi ha sollecitato sulla rivoluzione dello spazio: non ne poteva più del palco ridotto dell’Ariston, che è un teatro con uno spazio limitato, poco contemporaneo rispetto a quello che è diventata la rappresentazione della musica oggi».

Il dialogo con Baglioni è sempre stato fitto, anche perché il cantautore romano è anche architetto: «Parlare con lui è sempre stimolante, è una persona curiosa, dà consigli, si confronta. Il fatto che sia architetto è un vantaggio: quando gli parli di spazio capisce subito a cosa ti stai riferendo». Montinaro è stata la prima scenografa donna del Festival di Sanremo. Ha lavorato nel 2013 all’edizione di Fabio Fazio ispirandosi: «Al periodo che viveva l’Italia, un Paese in crisi che maltrattava anche la sua storia di bellezza, la scena era lo specchio degli italiani in braghe di tela. Quest’anno credo che il sentimento popolare sia diverso, abbiamo bisogno di sognare e quel trampolino ne è la rappresentazione».

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