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Il 26 aprile 1986 ci fu lo scoppio della centrale nucleare di Chernobyl. Uno dei più gravi incidenti nucleari dell’umanità.  

Infatti, fu classificato di settimo livello, come avvenne successivamente per quello di Fukushima dieci anni fa. Unici ad avere il livello massimo, della scala di catastroficità INES.

La contaminazione provocata dall’incidente di Černobyl’ non interessò solo le aree vicine alla centrale, ma si diffuse rapidamente secondo le condizioni atmosferiche, interessando soprattutto aree di Bielorussia, Ucraina e Russia. Colpendo anche alcuni altri Stati limitrofi.

La prossima settimana saranno 35 anni esatti da quella drammatica tragedia che conto migliaia e migliaia di morti e di sfollati. Ancora è impossibile avere un bilancio preciso. I morti accertati furono 66, ma secondo l’Onu ne persero la vita almeno in 4mila, e per il Partito Verde Europeo tra i 30 e i 60 mila.

Greenpeace ne stima addirittura oltre 6 milioni. Gli sfollati furono più di 115 mila. Responsabile della catastrofe il personale della centrale per un errore umano e per la cattiva progettazione della centrale nucleare stessa.

Tante le persone che rimasero anche sfigurate, o che ad oggi continuano ad avere seri problemi di salute. Malformazioni nelle generazioni successive. Problemi alla pelle, infertilità. Tumori. Il danno fu anche alla natura.

Anche le piante e gli animali nacquero con evidenti malformazioni.

La miniserie tv , che due anni fa, riscosse un incredibile successo su Sky Atlantic, venendo seguita da milioni di telespettatori italiani, trasmessa in chiaro su La7, scritta da Craig Mazin e diretta da Johan Renck per HBO dal titolo «Chernobyl» (2019), torna ora sul piccolo schermo e su La7 con due appuntamenti in programma. Il primo ieri sera il secondo lunedì prossimo, 26 aprile in prima serata (21.15). In attesa di poter rivedere poi i cinque episodi della serie (che ha ottenuto 42 premi, tra cui 10 Emmy, 2 Golden Globe e 1 Grammy).

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