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A una settimana dalla scomaparsa degli ex fidanzatini, Filippo Turnetta risulta ancora online su Whatsapp. In diretta a “Quarto Grado” la sorella di Giulia Cecchettin ha raccontato i diversi tentativi di mettersi in contatto, tramite il servizio di messaggistica istantanea, con l’ex fidanzato della sorella indagato da ieri con l’ipotesi di tentato omicidio. E durante il collegamento con il programma di Rete 4 ha inviato un messaggio recapitato con la doppia spunta grigia. Ciò significa che il testo, anche se non visualizzato dall’utente, compare sul suo cellulare o su altri dispositivi, come pc o tablet, dove il social è attivo. “Da quando domenica mattina sono entrata in chat per la prima volta chiedendogli dove fosse mia sorella lo vedo connesso”, spiega Elena: “Non penso che possa essere sempre online dal telefono”.

Come Elena Cecchettin, anche i genitori del ragazzo hanno provato più volte a rintracciarlo. Ma il cellulare risulta spento. Cresce quindi l’ipotesi che l’ex fidanzato di Giulia possa aver portato con sè un vecchio dispositivo in grado di collegarsi a Internet e dove i messaggi Whatsapp arrivano a destinazione. Secondo l’ingegnere informatico forense Paolo Reale questa traccia potrebbe aiutare le indagini che si sono estese oltre il confine con l’Austria, dove sarebbe stata registrata la targa della sua autovettura, una grande punto nera, che presenta sul cofano anteriore ammaccature da grandinata. Targata FA015YE.  “Facendo una richiesta al social si può sapere a quale indirizzo di rete è stato recapitato il messaggio ottenendo quindi informazioni sull’area territoriale dove concentrare le ricerche”, spiega Reale.

Acquisito dalle forze dell’ordine un  video, in cui si vede un aggressione, chiazze di sangue, e poi la fuga. Tre interrogativi rimasti senza risposta per quasi una settimana e svelati tutti ad un tratto e nello stesso preciso istante. Il sangue trovato in via Quinta Strada in zona industriale a Fossò è quello di Giulia Cecchettin e lì, davanti allo stabilimento di Dior, l’ex fidanzato l’ha aggredita, ferita e caricata a forza nell’autovettura di sua proprietà.

Gli inquirenti che hanno potuto visionarlo evidenziano che Filippo Turetta “poneva in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte” di Giulia Cecchettin “al fine di evitare che la stessa fuggisse”. 

 

foto crediti mondopalermo.it

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