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Secondo un’ultima perizia emergerebbero gravi responsabilità da parte di sanitari e medici del carcere francese di Grasse.

Daniele Franceschi deceduto proprio qui il 25 agosto dello scorso anno per cause ancora sconosciute, era stato arrestato con l’accusa di aver falsificato ed usato impropriamente la carta di credito all’interno di uno dei tanti casinò della Costa Azzurra.

La sua morte, che è stata giustificata dalle autorità d’Oltralpe come la conseguenza di un infarto, lascia ancora molte perplessità.

Dall’ultima perizia medica, come comunicato dal legale Maria Grazia Menozzi, della signora Cira Antignano, madre del ragazzo, emergerebbero “gravi responsabilità del personale medico e paramedico” del carcere, nonché da parte dell’amministrazione penitenziaria.

L’avvocato afferma infatti che: “Si tratta di una perizia che potrebbe indicare un nesso causale tra quanto accaduto nel carcere e la morte di Daniele che, invece, poteva probabilmente essere salvato ma non è stato curato”.

Franceschi aveva raccontato alla madre, in alcune lettere, di aver subito maltrattamenti e di non aver ricevuto la dovuta assistenza medica quando si erano presentati dei forti dolori al petto.

Due infermieri avrebbero ignorato per giorni le condizioni di salute del ragazzo, che era stato colpito già da un piccolo infarto mentre era in cella.

A tutt’oggi non ci sono persone indagate, ma, secondo l’avvocato facendo un incrocio degli atti e il contenuto della perizia anche i responsabili potranno avere un nome.

Cira Antignano, la mamma di Daniele, si è incatenata, il 25 agosto, in segno di protesta davanti all’Eliseo ed è stata accolta dalla premier dame Carla Bruni, ora attende la verità.

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