Silverio Perrotta, ricercatore del Dipartimento Materno-Infantile della Seconda Universita’ di Napoli (SUN), diretto da Bruno Nobili ed Alfonso Ragozzino, responsabile della radiologia dell’Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, sono intervenuti durante un convegno che ha come obiettivo quello di migliorare le cure e le tecniche diagnostiche dei pazienti affetti da talassemia o altre emoglobinopatie, nonchè il principio fondamentale di un riconoscimento precoce dell’accumulo di ferro nel sangue e nel fegato.
I due specialisti sostengono che i pazienti dovrebbero essere seguiti presso i quattro centri di riferimento della regione Campania per la talassemia e le emoglobinopatie (due presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, uno presso il centro trasfusionale dell’Ospedale di Salerno e l’altro presso l’Emato-Oncologia Pediatrica della Seconda Universita’ di Napoli).
Invece accade sovente che molti malati siano assistiti o trasferiti in altri centri non adeguati del territorio regionale o nazionale.
“Lo scompenso cardiaco rappresenta la principale causa di morte legata a sovraccarico di ferro in questi malati -spiega il dottor Perrotta – purtroppo quando esami come l’ecocardiografia riscontrano questa situazione il danno al cuore e’ gia’ presente. Oggi e’ possibile diagnosticare il sovraccarico di ferro cardiaco prima della comparsa di segni clinici mediante la risonanza magnetica con metodica T2”.
L’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli sarebbe attrezzato per questo grazie ad un software ed hardware specifici per lo studio dell’accumulo di ferro.
Il dott. Alfonso Ragozzino ha spiegato: “Abbiamo avviato questa attivita’ sulla scorta di una precisa analisi delle esigenze del territorio e grazie alla collaborazione con Perrotta, quanto fatto dimostra come anche in ospedali di medie dimensioni come quello di Pozzuoli con grandi sacrifici e risorse limitate sia possibile fare attivita’ di ricerca e innovazione. Attualmente viene garantita una seduta settimanale per i pazienti affetti da talassemia e da altre anemie trasfusione-dipendenti con accesso riservato al di fuori cioe’ dei flussi dei pazienti ambulatoriali o ricoverati con personale medico, tecnico e infermieristico dedicato all’esecuzione di questa indagine”.
Solo in Campania i pazienti affetti da queste patologie sono circa 500.