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In questi giorni non si fa che riparlare della nave Costa Concordia che naufragò davanti all’Isola del Giglio.

E’ iniziato il processo che deve far luce sui responsabili dell’incidente che ha portato alla morte di tantissimi passeggeri. Ebbene, durante la prima udienza per l’incidente probatorio, è emerso che il sistema eco-scandaglio sulla nave fosse disattivato dalle ore 19.45 e fino alle 21.48.

Inoltre, la posizione di Schettino nel frattempo si aggrava di molto.

Quest’ultimo, cerca infatti, in tutti i modi di difendersi presentandosi in tribunale come un eroe, ma il resoconto della telefonata, che è stata sentita da tutti anche su Internet, sembra essere la prova di tutt’altro.

Schettino, infatti, sta facendo in modo di presentare la manovra sciagurata contro gli scogli come un atto eroico, per evitare altri guai, sostenendo che a bordo non funzionava quasi nulla, e che inoltre il fatto è avvenuto in modo improvviso.

L’ex comandante del Costa Concordia, è apparso così molto sicuro di sé, spavaldo, secondo quanto hanno riportato i giornalisti presenti in aula (ricordiamo che il processo si tiene presso il Teatro Moderno di Grosseto).

Schettino ha anche scambiato alcune parole con un superstite di quella tragedia, il quale gli avrebbe stretto la mano per dirgli che si augura che la verità sia accertata in tempi brevi. Dal parte sua Schettino avrebbe risposto altrettanto dicendosi concorde nel fatto che la verità debba essere appurata.

Il suo avvocato difensore, Bruno Leporatti, ha chiesto al gip di Montesarchio di allargare l’incidente probatorio anche all’indonesiano che il 13 gennaio era al timone della Concordia.

Quest’ultimo, avrebbe travisato il comando di Schettino nel virare a sinistra anziché a destra. Richiesta che è stata rigettata in quanto l’ordine del comandante Schettino venne dato in ritardo, quando la nave era già sullo scoglio.

Il gip si è però detto favorevole ad ascoltare il timoniere indonesiano qualora dovesse essere accertata una responsabilità diretta di questo soggetto.

Nel secondo giorno di udienza, la perizia sulla ‘scatola nera’ potrebbe ‘sbugiardare’ per sempre Francesco Schettino. La sua non sarebbe stata una manovra di emergenza eccezionale.

Per l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e tutti i periti: l’urto era evitabile (il comandante aveva ‘mare e tempo per cambiare rotta’), ma la manovra di emergenza fu del tutto fortuita, grazie anche al vento e alle correnti, quindi non ci fu alcun merito.

Le sale macchine erano in completa avaria e i timoni si bloccarono, Schettino a quel punto non poteva fare nulla: Cavo Dragone l’ha ribadito anche oggi, rafforzando così l’analisi già fatta nella perizia, in risposta al gip Valeria Montesarchio.

Il gip, a sua volta ha chiesto chiarimenti incentrati su punti focali come questo della manovra dopo l’urto. I periti sostengono anche che “mettere la barra tutta a dritta” dopo l’urto, come fece Schettino, faccia pensare che il comandante volesse allontanarsi dall’isola e non, come da lui dice, di rimanere sottocosta, sfruttando l’azione del vento per far andare la nave verso il punto d’incaglio”.

Il procuratore capo Francesco Verusio al Tg1 ha spiegato che l’avvicinamento al porto del Giglio fu dovuto alle correnti e al vento e non all’abilità del comandante.

L’udienza è partita proprio dall’esame dei periti del gip sulla falla causata dall’impatto contro gli scogli: il cui squarcio di decine di metri sul lato sinistro della nave fece imbarcare acqua fino a causare l’avaria e tre minuti dopo l’impatto, Schettino sa di avere una falla a bordo, con una cospicua entrata d’acqua, ma non intraprende azioni idonee a mettere in salvo i passeggeri.

Dalla relazione emerge dunqnue che sei minuti dopo l’impatto, alle 21.51, era consapevole delle drastiche condizioni in cui versava la nave, che aveva anche il quadro elettrico generale allagato.

I periti del gip oggi hanno alleggerito anche la posizione di un indagato, Salvatore Ursino, riconoscendo che non era ufficiale di guardia al momento dell’incidente. I pm hanno poi mostrato un filmato animato, e allegato agli atti, con la ricostruzione dell’incidente e ribattendo per la seconda volta dopo ieri, la richiesta dell’avv. Leporatti di coinvolgere nel processo il timoniere che capì male l’ordine di virata dato da Schettino.

Ma l’avvocato Leporatti ha voluto mettere l’accento sull’avaria che subì il generatore di emergenza, posto sulla sommità della nave, che non funzionò subito.

Attendiamo ora i prossimi risvolti.

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