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Un “cocktail” di anticorpi monoclonali riuscirebbe nelle scimmie, a proteggere dall’infezione del virus ebola. Ad affermarlo, è uno studio, nato da una collaborazione internazionale, e pubblicato sulla rivista Pnas, il quale, apre sicuramente la strada ad una terapia molto efficace anche per gli uomini.

Gli autori dello studio, che è durato dieci anni, coordinato dall’Istituto per le malattie infettive dell’esercito degli Usa, dichiarano che quando il cocktail di anticorpi è stato somministrato nell’arco di un’ora dal contagio, i macachi su cui è stato testato, sono sopravvissuti.

La protezione è stata inoltre valida per i due terzi degli animali anche con una somministrazione a distanza di 48 ore dall’infezione.

L’ebola è un virus della famiglia Filoviridae molto aggressivo per l’uomo, che causa febbre emorragica. Il primo ceppo fu scoperto nel 1976, nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Ad oggi sono stati isolati solo quattro ceppi del virus, di cui tre letali per l’uomo. Fin dalla sua scoperta, tale virus è stato responsabile di un elevato numero di morti.

In Uganda, ci sarebbe un nuovo focolaio di questo virus, con un tasso di mortalità compreso tra il 25 e il 90 per cento dei casi.

Ebola, ha detto il ministro della Salute, Christine Ondoa, “è ritornata nel nostro Paese” uccidendo 2 persone in un villaggio non distante dalla capitale, Kampala.

Inoltre, altre 5 persone contagiate dai deceduti, ha proseguito il ministro, sono ora sotto osservazione, di cui due in isolamento in un ospedale. A luglio un altro focolaio di Ebola provocò la morte di 17 persone.

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