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A partire dal 31 marzo, chiuderanno molti degli Ospedali psichiatrici giudiziari, perché nasceranno le Rems (Residenze per l’Esecuzione della Misura di sicurezza Sanitaria), che dovrebbero accogliere gli attuali ospiti.

Dei circa 700 pazienti ad oggi internati 250 sono dichiarati dimissibili, mentre 450 dovranno essere trasferiti nelle nuove strutture.

Ma solo dieci Regioni, però, e una Provincia autonoma potranno contare già sull’operatività a partire da oggi, 1 aprile, su Residenze funzionanti.

Si tratta di Val d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna, e Provincia Autonoma di Bolzano.

A queste potrebbero presto aggiungersi anche Abruzzo e Molise. Il Veneto, invece, non ha ancora individuato le soluzioni logistiche per mettere in pratica la nuova normativa.

Il Piemonte, pur avendo individuato le strutture adatte non ha fornito i relativi atti deliberativi.

Infine, altre sei Regioni e la Provincia Autonoma di Trento hanno individuato soluzioni per le quali, tuttavia, i tempi di effettiva attivazione, potrebbero variare da pochi giorni fino ad un massimo di 5 mesi.

L’Umbria insieme alla Toscana utilizzerà la struttura di Careggi dalla fine di maggio, il Friuli Venezia Giulia e la Puglia, prevederanno all’attivazione delle proprie Rems il prossimo 1 maggio.

La Calabria, stima, invece di riuscirlo a fare in 120 giorni. La Provincia Autonoma di Trento sarà invece pronta il prossimo primo luglio.

Addio dunque anche agli Ospedali psichiatrici giudiziari, almeno formalmente. “Una riforma necessaria”, secondo chi negli Opg ci lavora e sa che, sotto questo nome, spesso si celano veri e propri lager, in cui sono rinchiusi i pazienti.

Un procedimento nazionale che riguarda in tutto circa un migliaio di persone.

Risultato presentato come una conquista di civiltà e a cui si è giunti dopo una serie di commissioni d’inchiesta e di servizi mediatici che hanno foraggiato l’immaginario nazionale con lo spettacolo della disumanità degli Opg, in cui il povero malato psichiatrico, è vittima della crudeltà di un lager, arrivando a iperboli narrative secondo le quali, per «il furto di una pera» si poteva essere considerati socialmente pericolosi e scontare qualche decennio di atroce prigionia.

Ma è anche vero che in alcuni casi, si è in presenza di veri e propri criminali, assassini seriali.

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