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La collezione di Giorgio Armani sfila all’ambasciata italiana di Francia. Una collezione luminosa, fatta di tessuti lucenti, brillanti e trasparenti: un inno alla leggerezza e alla luce, che lo stilista propone come reazione al buio attraversato in questi ultimi mesi.

«C’è voglia di luce dopo l’ombra che è caduta sul mondo». Dice dopo lo show all’Ambasciata italiana alla presenza di Laura Mattarella. In visita di Stato a Parigi con il padre Sergio.

Shine, questo il nome della bellissima collezione di Giorgio Armani contiene tessuti che sembrano liquidi, rasi e sete luminose percorse da un sottilissimo filo di metallo a dare un’impressione di festosa leggerezza accentuata da colori insoliti per la couture: dal verde giada, al malva, all’indaco sino ai fard e polvere e melograno.

I tailleur del dna, con le giacche precise (ma anche a bomber di organza ricamato di marabu) e i pantaloni dall’orlo sempre un po’ ripreso o corti e ampi al polpaccio doppia di tulle. La sera frange e ruche, ricami e volant per abiti sottilissimi e leggerissimi che sembrano camminare sospesi perché ai piedi le modelle hanno scarpe-calze ricamate di cristalli. Ecco sul finale tre creazioni del Privé di Milano in gennaio: «Un fil rouge di autenticità che va oltre le stagioni», dice lo stilista che così mantiene la promessa fatta all’inizio della pandemia, di lasciare agli abiti il tempo di vivere e di essere amati.

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