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Arriva una tecnica in grado di poter utilizzare in modo innovativo le nanosonde per ottenere in modo non invasivo informazioni che sono presenti all’interno di organi e tessuti.

Guidati da Giancarlo Ruocco dell’Iit e da Marco Leonetti del Cnr, i ricercatori hanno condotto una sperimentazione in laboratorio, che prevede la diffusione della luce in un sistema complesso come il corpo umano e ne hanno poi misurato la deformazione grazie a una nanosonda delle dimensioni 10.000 volte inferiori al diametro di un capello. “Con questa tecnica riusciamo a vedere cosa accade all’interno dei tessuti senza avere delle vere e proprie immagini, ma ricostruendo il sistema in base all’angolo di rifrazione della luce”, osserva ancora Ruocco.

La nanosonda, aggiunge lo specialista Leonetti, “si comporta come un satellite inviato nello spazio, che raccoglie le informazioni nelle sue vicinanze e le trasmette sulla Terra. Misura le proprietà della luce nelle vicinanze e riesce a mandarle agli strumenti di misura dei ricercatori oltre il ‘muro opaco’ (dell’organo o tessuto ndr). In questo modo si possono avere informazioni in vivo, evitando interventi più invasivi”.

Grazie a questa scoperta, conclude Ruocco, “è possibile quindi pensare ad una futura generazione di nanosonde biocompatibili in grado di darci informazioni sulla comparsa di alterazioni locali del tessuto biologico in zone inaccessibili, come accade per alcune malattie neurodegenerative, o per i tumori”.

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