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Cristina D’Avena, regina delle sigle televisive, dei cartoni animati degli anni Ottanta, che quest’anno festeggia 40 anni di carriera, pubblica un libro dal titolo ‘Il giardino delle fiabe’, per Ape Junior con le illustrazioni di Giulia Dragone.

Dieci storie, dieci piccole avventure che parlano di rispetto per l’ambiente, la natura e gli animali, ma anche di amicizia e viaggi immaginari. Un libro per bambini che può piacere anche agli adulti e che affronta in modo semplice i problemi ambientali.

“Credo che la cosa più importante in questo momento sia riuscire a raccontare i problemi ai bambini attraverso le storie piuttosto che da una cattedra, perché la comprensione è più immediata. I bambini stessi sono protagonisti assieme ai nostri amici animali, alla natura, al bosco, agli alberi de ‘Il giardino delle fiabe’. E sono i bambini a trovare le soluzioni come quello della prima storia, ”I custodi del bosco’, che si attiva subito per fare in modo che gli umani non appicchino il fuoco e non distruggano la foresta” dice all’ANSA Cristina D’Avena che indossa una lunga gonna colorata con scritte e simboli della pace.

“Sono storie che parlano di problemi importanti, del rispetto della natura e degli animali, ma sempre con quel pizzico di magia che mi contraddistingue un po’. Attraverso i miei cartoni e la mia musica ho sempre cercato di raccontare mettendo quell’ingrediente in più che è la nostra fantasia e immaginazione” spiega la D’Avena che tra album e singoli ha venduto oltre 7 milioni di copie.

La storia de ‘Il mare arrabbiato’ ad esempio, che sputa plastica e scarti di ogni tipo ci fa capire che c’è qualcosa che non va nel nostro rapporto con la natura. “Dovremmo riflettere. Io amo il mare che da felicità, che ci avvolge con le sue onde, ma viene inquinato senza farci caso, con estrema facilità e allora si arrabbia. E poi ci sono le api che sono stanche, le tartarughe, le balene e l’inquinamento acustico. Non c’è la pandemia perché ne abbiamo parlato tanto e troppo” racconta la D’Avena convinta che “i bambini siano meglio degli adulti. Sono più smart e veloci e per questo le storie sono brevi”.

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