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Di Alzheimer è colpito circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e circa il 20% al di sopra degli 80, ed è la causa più comune di demenza, provocata da un’alterazione delle funzioni cerebrali che rende difficile condurre le normali attività quotidiane.

E’ una patologia che colpisce la memoria e le funzioni cognitive, e si riversa anche sulla capacità di parlare e di pensare e può causare stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento.

Oggi, poi, attraverso una nuova ricerca, si apprende che questa patologia può essere diagnosticata prima, grazie ad alcuni sintomi.

A dirlo la Macquarie University di Sydney e l’ente scientifico nazionale CSIRO.

Nello specifico, i ricercatori hanno individuato una relazione tra un biomarcatore presente nel sangue e il rischio di decadimento cognitivo, il biomarker chiamato 2-HAA.

Pertanto, spiegano i ricercatori, chi ha livelli accresciuti di questo biomarcatore, ha una probabilità 35 in più rispetto ad altri di sviluppare l’Alzheimer.

Questa scoperta sensazionale, potrebbe aprire la strada verso una diagnosi più tempestiva attraverso screening sistematici nel tempo.

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