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Il melasma, o cloasma, è una macchia che si forma sulla pelle in presenza di un eccesso di melanina. Un pigmento scuro responsabile dell’abbronzatura, prodotto da alcune cellule della cute, chiamate melanociti. Le chiazze compaiono soprattutto in alcune zone del viso: fronte, parte superiore del labbro, mento e guance. Sono di colore variabile, che oscilla dal marrone chiaro al marrone scuro, con contorni poco definiti e lisce.

Quali le cause?
Il melasma è provocato da fattori ormonali o una predisposizione genetica. L’inestetismo compare donne giovani (tra i 30 e i 40 anni), ma delle volte anche a causa dell’assunzione di alcuni farmaci (come ad esempio antibiotici o antidepressivi), della pillola anticoncezionale o da una gravidanza. o dall’applicazione della crema per herpes labiale.

Come avviene la diagnosi?
La diagnosi viene eseguita durante una la visita dermatologica, attraverso la lampada di Wood, un dispositivo che, emettendo un fascio di luce, permette di visualizzare la profondità delle macchie e, di conseguenza, di valutare il trattamento più opportuno.

Efficacia delle creme depigmentanti per macchie superficiali
Se le macchie sono superficiali e recenti, può bastare anche un trattamento con creme depigmentanti. Le più efficaci sono a base di idrochinone (in concentrazione tra il 3 e il 5%), un composto che inibisce la produzione di melanina. Vanno applicate solo sulle macchie, da settembre a marzo, preferibilmente di sera. L’idrochinone può essere prescritto dal dermatologo e preparato dal farmacista (coem previsto da una direttiva europea del 2000 ne ha vietato l’impiego nei prodotti cosmetici).

Tra gli effetti collaterali, una leggera irritazione, arrossamento, prurito, desquamazione della pelle. In alternativa, esistono in commercio creme naturali, o da banco che contengono sostanze depigmentanti, come retinoidi, acido azelaico, acido ascorbico (vitamina C), acido cogico, acido glicolico, arbutina, acico salicilico, resorcinolo.

Peeling per macchie profonde
Se l’inestetismo è profondo e presente da alcuni anni, può essere eliminato con il peeling, un trattamento che esfolia la pelle, permettendo così di schiarire la parte macchiata. Il peeling può essere a base di acido glicolico, salicilico, mandelico, piruvico, fitico, con un numero di sedute che variano anche in base alla reazione della pelle e al fototipo. I possibili effetti collaterali, possono essere attenuati usando creme specifiche, idratanti e lenitive, contro appunto arrossamento, bruciore, prurito e desquamazione.

Laser al posto del peeling
Un’alternativa al peeling è il laser, che può essere di due tipi.

● Q-switched, caratterizzato dall’emissione, per un tempo molto breve (pochi nanosecondi), di una luce potentissima, che colpisce in modo specifico le macchie cutanee senza danneggiare il tessuto circostante.
● Frazionale, che interviene in profondità con microscopici raggi che contrastano le macchie. Agisce formando tantissime piccole «colonne termiche», note come zone microdermiche di trattamento, che lasciano intatto il resto dei tessuti.

In entrambi i casi, il numero di sedute varia in base alla profondità ed estensione della macchia e caratteristiche naturali dell’epidermide.

Cosa fare dopo aver corretto il danno
Una volta corretto il danno, bisogna proteggere la cute con creme a filtro solare molto alto (spf 50+) d’estate e con una fotoprotezione adeguata al tipo di pelle durante il resto dell’anno.

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