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Il Politecnico di Milano è per quinto anno consecutivo la prima Università italiana con il risultato migliore. Secondo risultato ottenuto a livello nazionale di tutte le edizioni, mentre a livello mondiale il Massachusetts Institute of Technology (Mit) domina la classifica per l’ottavo anno consecutivo con un record assoluto.

Questi i due dati più significativi della sedicesima edizione del QS World University Rankings, la classifica universitaria globale pubblicata in questi giorni dagli analisti di QS Quacquarelli Symonds, che include 34 università italiane, cinque in più rispetto alla passata edizione.

Il nostro Paese è il settimo più rappresentato al mondo in questa edizione e il terzo dell’Unione Europea, dopo Regno Unito (84) e Germania (47), prima anche di Francia (31) e Spagna (27). Tra gli altri dati eclatanti emersi da questa importantissima ricerca spicca anche la performance della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, decima al mondo per Citations per Faculty, l’indicatore che misura l’impatto della ricerca prodotta in proporzione al numero dei ricercatori e l’Università di Trento che segue al 142/o posto in questo indicatore cruciale, guadagnando novanta posizioni rispetto alla precedente edizione.

L’Università di Firenze registra la crescita più significativa, guadagnando oltre 53 posizioni e salendo dalla fascia 501-510 al 448/o posto. L’Università di Napoli Federico II guadagna 48 posizioni rispetto alla passata edizione e si classifica al 424/o. L’Università di Trento e l’Università di Pisa entrano tra le Top 400 al mondo, classificandosi entrambe al 389/o posto, salendo rispettivamente di 37 e 33 posti.

L’Università di Bologna è la più apprezzata dalla comunità accademica internazionale, posizionandosi al 74/o posto nell’indicatore Academic Reputation; la Sapienza al 78/o posto. Il Politecnico di Milano è il più apprezzato dai recruiter internazionali, classificandosi 61/o per Employer Reputation.

L’Università Bocconi appare al 70/o posto in questo importante indicatore, sebbene non compaia nella classifica globale essendo considerata una università specialistica. L’unica italiana a crescere nell’opinione dei datori di lavoro è quella di Padova, che guadagna quindici punti sia in questo indicatore (245/o posto), sia nella classifica globale (234/o posto).

La Scuola Normale Superiore di Pisa è sedicesima al mondo nell’indicatore Faculty/Student che misura la proporzione tra docenti e studenti. La concittadina Scuola Superiore Sant’Anna Pisa è centesima in questa misura, che penalizza le Università Italiane: ad eccezione di queste due, si classificano tutte oltre la settecentesima posizione.

Sul fronte internazionale il Massachusetts Institute of Technology (Mit) è la migliore università del mondo per l’ottavo anno consecutivo; le prime tre università rimangono americane: il Mit è seguito dalla Stanford University (seconda) e dall’Università di Harvard (terza). La prima università del Regno Unito – e in Europa – è l’Università di Oxford, che è salita al quarto posto. La sua concorrente connazionale, l’Università di Cambridge, è scesa al settimo posto. A causa del crollo del riconoscimento dei datori di lavoro e dell’aumento delle dimensioni delle classi, le 84 università del Regno Unito registrano la loro terza peggiore performance di tutte le sedici edizioni; la migliore università dell’Europa continentale è il Politecnico di Zurigo (Eth), che è salito al sesto posto, il più alto in assoluto mai ottenuto da questa università.

Le due migliori università asiatiche sono di nuovo entrambe singaporiane: la National University of Singapore e la Nanyang Technological University sono entrambe all’11/o posto.

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