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In tredici minuti, questo è il tempo che ci vuole per avere il risultato positivo o negativo dell’antigene Sars-CoV2. Una svolta importante per individuare le persone che hanno il Covid-19 in modo semplice, veloce ed economico, che viene effettuato per via naso faringeo: la proposta è stata discussa alcuni giorni fa dai direttori delle aziende sanitarie locali e dalla rete dei microbiologi emiliano-romagnoli.

“Uno degli obiettivi è trovare sistemi diagnostici alternativi ai test molecolari – ha osservato il professor Vittorio Sambri, coordinatore della rete dei laboratori Covid dell’Emilia-Romagna – e noi sui test rapidi abbiamo portato avanti uno studio con l’istituto Spallanzani di Roma.
I risultati dipendono dalla prevalenza dell’infezione, meno affidabili, ma estremamente rapidi. Gli screening veloci sono indicati per asintomatici potenzialmente esposti al virus, come per esempio pazienti che vanno in Pronto soccorso per problemi che non hanno nulla a che vedere con il Covid, persone che rientrano dall’estero, studenti da testare”.

Così, addetti ai lavori hanno convenuto sull’utilità dello studio mirato a individuare, tra le tre-quattro diverse metodologie attualmente disponibili di test rapido, quella con le migliori performance diagnostiche, al netto anche della reperibilità dei materiali necessari, prevede tempi rapidissimi.

Entro l’autunno, e il test rapido, “i pazienti positivi saranno comunque sottoposti al tampone entro 48 ore: è attualmente l’unico vero riferimento per diagnosticare il Covid – prosegue il professore –. L’esecuzione del test, per il paziente, è simile a quella dei sierologici o dei tamponi, con rispettivamente pungi-dito e prelievo naso faringeo”.

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