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Alcune militanti saudite hanno voluto lanciare un appello a tutte le donne del regno, esortandole a mettersi al volante domani.

Si tratta dell’unico Paese al mondo dove le donne non hanno ancora il diritto di guidare, rischiando così do essere arrestate. La campagna si chiama Women2drive, ed è stata lanciata sui social network, e proseguirà “fino alla pubblicazione di un decreto reale che autorizzi le donne a guidare”, si legge sulla pagina Facebook di chi ha organizzato l’evento.

Nessuna legge vieta alle donne di guidare, ma le autorità si basano su un editto religioso (fatwa), promulgato nel regno le cui leggi si ispirano ad una versione rigorista dell’islam, e pertanto invocano l’opposizione dei potenti religiosi conservatori per mantenere il divieto.

Le donne sono allora costrette a servirsi di un autista e qualora non ne hanno i mezzi, a dipendere dai maschi della loro famiglia.

Di pari passo è partita anche una campagna su internet per incitare gli uomini a “picchiare” le saudite che oseranno lanciare questa sfida e mettersi comunque alla guida di un auto.

Abdel Mohsen al Obeikan, influente predicatore, ha affermato che la donna poteva essere autorizzata a guidare solo “in campagna”.

Cosa che già succede spesso. Le saudite si mettono al volante nelle zone rurali, di nascosto lontane da occhi indiscreti.

La promotrice dell’iniziativa di domani è Manal al Sharif, è una giovane informatica scarcerata il 30 maggio dopo essere stata detenuta per due settimane per aver sfidato il divieto di guidare e postato su Youtube un video che la mostrava al volante.

Una petizione è stata presentata anche al re Abdallah, per chiedere la sua liberazione, avendo raccolto 3.345 firme, e oltre più di 24.000 persone avevano espresso solidarietà su una pagina di Facebook.

Da una serie di raccomandazioni su Facebook, queste donne hanno chiesto di indossare milmente il velo e di esibire “la bandiera saudita e il ritratto di re Abdallah a riprova del loro nazionalismo”. Le promotrici della campagna chiedono inoltre alle donne di “avere preferibilmente un uomo accanto per proteggerle. E qualora fossero arrestate, di non aver paura, in quanto dovranno solo firmare un impegno scritto”.

Sempre delle attiviste saudite hanno indirizzato questo mese una lettera aperta, firmata da più di 10.000 persone, al Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, esortandola a sostenere il diritto delle saudite a guidare.

Le saudite ricordiamo, che non possono neanche viaggiare senza l’autorizzazione di un tutore, né vantare il diritto di votare e sono in una posizione di inferiorità in presenza di divorzio o di eredità.

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