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Tra gli italiani si diffonde sempre di più la sindrome dell’intercettazione. A risentirne di questa, non sono solo i politici e le persone dello spettacolo, ma anche tanta gente comune, preoccupata del ‘maresciallo o del finanziere’ che è li in ascolto dall’altra parte del cavo.

Un fenomeno che viene sempre più monitorato anche da psicologi e osservatori, e commentato da tutti i personaggi, coinvolti e non in inchieste, sociologi e costituzionalisti che sono stati anche ascoltati dall’Adnkronos.

Dal punto di vista medico la cosa non può considerarsi marginale. Il sentir parlare spesso di intercettazioni attraverso i media, assistere ai discorsi, che vengono riletti e riportati in tv, colpendo anche la vita privata delle persone, può infatti creare delle vere e proprie paure amplificando nei soggetti predisposti anche forme di paranoia, ha spiegato lo psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi.

Si assiste così ad una mutazione di alcune abitudini, sottolinea il docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università Lumsa di Roma, anche se persone comuni, probabilmente non saranno mai intercettate, durante una chiamata, si finisce che invitino i loro interlocutori a non parlare di cose che potrebbero essere fraintese o proseguire la discussione a voce più bassa.

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