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adolescenti antisociali
Uno studio internazionale condotto insieme all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Cnr, pubblicato sul “Journal of Child Psychology and Psychiatry”, scopre l’importanza dello sviluppo cerebrale nel disturbo della condotta sociale attraverso una mappa delle anomalie del cervello di adolescenti affetti da tale disturbo. Ovvero, che il cervello degli adolescenti con gravi comportamenti antisociali è molto differente sotto l’aspetto anatomico di quello degli adolescenti che non mostrano tali comportamenti.

I ricercatori hanno trovato che le persone con il disturbo del primo tipo, rispetto ai soggetti di controllo, mostravano un elevato numero di correlazioni nella corteccia cerebrale che potrebbe dipendere da anomalie dello sviluppo, cioè da una ridotta perdita di spessore della corteccia che normalmente si osserva con gli anni. I giovani con disturbo emerso durante l’adolescenza presentavano un minor numero di tali correlazioni e questo potrebbe far pensare ad uno specifico problema di sviluppo, ad esempio l’incapacità di selezionare le connessioni simpatiche più forti e durature. I risultati ottenuti sono stati replicati e confermati in un altro campione di 37 individui con disturbo e 32 di controllo, maschi di età compresa tra i 13 e i 18 anni, reclutati all’Università di Southampton.

“Le differenze che abbiamo riscontrato dimostrano che gran parte del cervello è coinvolto in questa malattia neuropsichiatrica – commenta Graeme Fairchild del Dipartimento di psicologia dell’Università di Southampton – Il disturbo della condotta sociale è un reale problema cerebrale e non, come alcuni ancora sostengono, semplicemente una forma di esagerata ribellione alle regole della società. I risultati dimostrano anche che ci sono differenze cerebrali molto significative tra gli individui che sviluppano tale disturbo nella fanciullezza o durante l’adolescenza”.

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