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Habemus papam! E non stiamo parlando del film di Nanni Moretti ma del nuovo pontefice. La fumata bianca dal comignolo sopra la Cappella Sistina è arrivata nella serata di mercoledì avvisando il mondo intero dell’elezione del successore di Benedetto XVI. Si chiama Jorge Mario Bergoglio, di origine argentina, arcivescovo di Buenos Aires che prenderà il nome di Francesco I.

A dare l’agognato annuncio, il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro.

Ha 77 anni, è un gesuita ed è anche il primo pontefice sudamericano. Nonostante l’età non più giovanissima, Francesco I è sempre stato tra i più accreditati a sedere sul trono che fu di San Pietro. Già nel 2005, in occasione dell’elezione di Joseph Ratzinger, pareva destinato a questo ruolo, tant’è che risultò il cardinale più votato, secondo solamente a Benedetto XVI.

“Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo”. Con queste parole il nuovo pontefice ha salutato la folla accalcata in piazza San Pietro che attendeva trepidante e che l’ha accolto con un boato.

“Siamo qui. Vi ringrazio per l’accoglienza – ha proseguito -. Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI, preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. Vi chiedo un favore, pregate il Signore perché mi benedica. La preghiera del popolo perché benedica il suo vescovo”.

Con la voce emozionata ma in un italiano fluente, ha condotto il suo discorso benedicendo i fedeli a cui ha concesso l’indulgenza plenaria e augurando loro la buona notte e il buon riposo. Non sarà facile ricoprire questo ruolo, l’eredità lasciatagli da Benedetto XVI è di quelle difficili da sostenere ma il 266esimo successore di Pietro non pare tipo facile a scoraggiarsi.

Di origine piemontesi, figlio di un ferroviere e di una casalinga, è diventato prete a 33 anni e da subito ha saputo farsi apprezzare e rispettare per il suo progressismo e l’attenzione alle tematiche sociali. In Argentina vive in un modesto appartamento e gira in autobus o in metropolitana. Nominato cardinale nel 2001, i suoi fedeli gli proposero di raccogliere i soldi e pagargli il viaggio a Roma, ma il futuro pontefice non accettò, invitandoli ad offrire il denaro ai poveri. Amante di Dostoevskij e Borges, segue il calcio ed è grande tifoso della squadra del quartiere di Buenos Aires da cui proviene, il San Lorenzo de Almagro.

Sono state necessarie cinque votazioni per mettere d’accordo i cardinali, la speranza di Francesco I è di riuscire a dimostrare con i fatti la bontà di questa scelta. In bocca al lupo!

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