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cavalcavia crollato annone
La Milano-Lecco è stata riaperta nella prima serata di ieri, alle ore 19.15 in punto, a 73 ore e 53 minuti di distanza dal crollo del cavalcavia di Annone Brianza.

Gli automobilisti sono tornati a percorrere il tratto di asfalto chiuso venerdì sera in seguito al disastro, al crollo del ponte, costato la vita a un 68enne rimasto intrappolato, schiacciato sotto le macerie.

La Statale 36 è nuovamente percorribile in entrambi i sensi di marcia, sia verso Milano, che verso la Valtellina, e in entrambe le corsie, sia quella di marcia normale, sia quella di sorpasso. Ma si tratta di una riapertura in qualche modo condizionata, perché sono in corso ulteriori verifiche su tutti i viadotti per certificarne la sicurezza e la stabilità. Uno è già stato chiuso. Si tratta del cavalcavia di Civate, a quattro chilometri più a nord di quello di Annone. Durante un sopralluogo sono stati riscontrati vistosi segni sull’asfalto, come già accaduto ad Annone, ed è stato subito chiesto il divieto al transito ai mezzi superiori alle 44 tonnellate di peso complessivo.

«A seguito del crollo del cavalcavia si può ragionevolmente prevedere un concomitante incremento dei transito dei trasporti eccezionali lungo i cavalcavia limitrofi, con conseguente aggravio delle sollecitazioni sulle strutture – si legge nell’istanza firmata dal dirigente dell’Area tecnica, Antonio Di Mattia, e dal capo compartimento di Anas della Lombardia, Giuseppe Ferrara, lo stesso che stava intervenendo ad Annone ma non è riuscito ad arrivare in tempo -. Si ritiene opportuno raccomandare l’adozione di un provvedimento provvisorio precauzionale». Dall’Amministrazione comunale, però, il comandante della Polizia locale, Danilo Bolis, ha proibito il passaggio ai camion di massa superiore alle tre tonnellate e mezzo.

Un’ordinanza varata a tempo di record. Mentre sui cavalcavia di Suello e Bosisio Parini è stato vietato il transito ai camion sopra le 44 tonnellate.

Ma dall’Agenzia nazionale autonoma delle strade, arriva anche un comunicato che annuncia: «Scriveremo a tutti gli enti preposti per chiedere che prima di rilasciare le autorizzazioni verifichino effettivamente le capacità di portata delle infrastrutture attraversate».

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