in arte Ornella Muti, spegne oggi, 9 marzo, 60 candeline, ma rimane sempre una donna bellissima, e lei stessa, in una recente intervista, ha rivelato di non sentirli.
Il suo debutto nel cinema è avvenuto all’età di 14 anni, quando era ancora adolescente in “La moglie più bella” di Damiano Damiani(1970), e le suggerì quel nome d’arte.
Poi successivamente è stata la volta di Mario Monicelli che nel 1974 la volle con se nel film “Romanzo popolare”, accanto ad Ugo Tognazzi, nel cinema italiano.
Con questa pellicola la Muti spiccò il volo. Successivamente è stata ad Hollywood grazie a Flash Gordon di Mike Hodges (1980), in Un amore di Swann (1983) insieme a Jeremy Irons e Alain Delonm.
Ha lavorato con Marco Ferreri ne L’ultima donna (1976), Storie d’ordinaria follia (1981), Il futuro è donna (1984), con Dino Risi in La stanza del vescovo (1977) e Primo amore (1978) e ne I nuovi mostri (1977) del trio di registi Monicelli-Risi-Scola.
Tra le commedie indimentacabili ci sono anche Il bisbetico domato e Innamorato pazzo con Adriano Celentano. Con Francesco Nuti in Tutta colpa del Paradiso (1985), Carlo Verdone in ‘Io e mia sorella‘ (1987).
Ornella Muti ha recitato anche al fianco di Sylvester Stallone ‘Un fidanzato per due figlie‘ (1991), diretta da Francesco Rosi in ‘Cronaca di una morte annunciata’ (1987) con Rupert Everett.
Nel 1993 è stata diretta dal regista spagnolo Vicente Aranda in L’amante bilingue, con un Javier Bardem.
La Muti ha all’attivo anche interpretazioni accanto a Gerard Depardieu ne Il conte di Montecristo (1998), con Christian De Sica nel telefilm Lo zio d’America (2002).
In tutto si contano oltre 200 film, nel corso di tutta la sua lunga carriera cinematografica.
Tornerà, a breve, sul grande schermo nell’horror spagnolo diretto da Fran Kapilla e della pellicola inglese firmata da Jason Bradbury.