A dire degli esperti, devono passare circa due mesi dopo essersi sottoposti all’intervento di ricostruzione della vescica perché il cervello si abitui a riconoscere il nuovo stimolo.
Per il cervello è come se ci fosse una nuova parte del corpo. E come tale deve imparare a conoscerla e interpretarla. Per questo motivo, dopo una ricostruzione della vescica (che in genere viene fatta con una parte dell’intestino tenue, l’ileo) il paziente si deve abituare a nuove sensazioni rispetto a quelle conosciute fin dalla nascita.
«Anche se la vescica viene ricostruita del tutto – spiega Franco Gaboardi, primario dell’Unità di Urologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro di Milano – la sensazione di riempimento che percepirà il paziente sarà diversa da quella pre-operazione. C’è infatti una fase di adattamento, di circa due mesi, in cui ci si deve abituare a riconoscere il nuovo stimolo ad andare a fare la pipì».
Intervento questo, che salva la vita, ma che può anche avere conseguenze piuttosto serie per la vita quotidiana. Soprattutto la notte, specifica l’esperto, «quando il paziente dorme e il cervello non percepisce che quella che si sta riempiendo è la nuova vescica e non il vecchio intestino. Perciò si consiglia di puntare una sveglia oppure di usare delle protezioni».