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Il coronavirus può resistere non più di quattro ore su rame, cinque
sul cartone, perde di forza dopo 7 ore sulla plastica e scomparire dopo 72. Mentre sull’acciaio sparire dopo 48 ore.

I risultati vengono dati da una ricerca pubblicata sul New England Jounral of medicine. Il professor Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, avverte però: «Stiamo parlando di prove di laboratorio, hanno fatto una cultura di virus, le hanno testate, hanno valutato la durata. Ma quando qualcuno emette il virus lo fa insieme a materiale biologico. Insomma, quello che avviene in laboratorio non è esattamente sovrapponibile con quello che avviene nella realtà. Giusto essere prudenti, ma non bisogna enfatizzare. Ma ci sono alcune buone procedure da seguire, come pulire sempre le maniglie. O disinfettare l’ascensore, da prendere comunque da soli».

In sintesi ecco alcune regole:

«Quali sono? Rimanere a casa, lavarsi spesso le mani, non toccarsi mai occhi, naso e bocca e se uno deve proprio uscire mantenere sempre una distanza di sicurezza da qualsiasi altra persona».
La plastica, secondo la ricerca, è uno dei materiali in cui può, per varie ore, restare il coronavirus e con cui abbiamo più spesso a che fare quando andiamo a fare la spesa. Esempio: abbiamo acquistato la classica confezione da sei bottiglie d’acqua minerale al supermercato, come ci comportiamo? «Semplicemente la plastica con cui è avvolta la confezione la gettiamo, le bottiglie possiamo pulirle con acqua e detergente. Se tocchiamo il cartone della pizza è molto improbabile che possa restare a lungo il coronavirus – spiega il professor Cauda – però anche in questo caso c’è una misura di prevenzione che vale su tutte: lavarsi le mani».

Ricapitolando: un buon detergente o addirittura un buon disinfettante possono esserci di aiuto se vogliamo eliminare qualsiasi rischio dalle maniglie della porta di casa, dai tasti degli ascensori, dalle confezioni di plastica. Indossiamo dei guanti usa e getta se andiamo al supermercato, perché veniamo a contatto con carrelli, casse, buste della spesa, banchi frigo, scaffali, prodotti enogastronomici. L’Istituto superiore della Sanità spiega che comunque «l’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone. Bisogna disinfettare sempre gli oggetti che si usano frequentemente (telefoni cellulari, auricolari, microfoni) con un panno inumidito a base di alcol».

GOCCE
La forma principale della trasmissione del coronavirus resta quella delle droplets, le goccioline una persona infetta disperde starnutendo, tossendo, parlando. Ma si affianca anche un’altra forma indiretta, legata alla resistenza del virus sulle superfici che possiamo toccarle.

E dobbiamo toglierci le scarpe se rientriamo a casa, dopo essere usciti per cose strettamente necessarie?
«Questo può essere un eccesso di prudenza, ma d’altra parte è sempre consigliabile farlo per ragioni igieniche. Dovrebbe essere pratica comune non usare mai le scarpe con cui abbiamo camminato per strada all’interno di un’abitazione. Giusto anche cambiarsi d’abito. E certo lavare spesso i nostri vestiti in lavatrice è utile. Ma ripeto: le tre regole d’oro restano: non uscire di casa, non toccarsi il viso, mantenere le distanza da altre persone».

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