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Nei pazienti che presentano coronavirus, in forma più grave, è possibile bloccare un enzima, chiamato “tirosin chinasi Bruton'” coinvolto nella ‘tempesta infiammatoria in grado di aggravare la sindrome, con un farmaco anticancro – acalabrutinib – che può dare benefici, riducendo il deficit di ossigeno e l’iperinfiammazione deleteria che va in scena nel corpo di questi pazienti compromettendo così, diversi organi.

E’ quanto emerso da un trial clinico preliminare su 19 pazienti gravi ricoverati per Covid e in carenza di ossigeno, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Immunology. Condotto da esperti del Center for Cancer Research at the National Cancer Institute (NCI), in collaborazione con ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID).

Acalabrutinib, è un farmaco inibitore specifico della tirosin chinasi Bruton che gioca un ruolo fondamentale nella stimolazione delle cellule immunitarie – i macrofagi – che producono interleuchina-6, una delle molecole principali che dà vita all’eccesso di infiammazione deleteria nei pazienti Covid. Usando acalabrutinib sui 19 pazienti, gli esperti hanno riscontrato già dopo 1-3 giorni di somministrazione la riduzione dell’infiammazione e delle difficoltà respiratorie, con riduzione del bisogno di ossigeno da parte dei pazienti. Si tratta di uno studio preliminare che andrà confermato su un maggior numero di pazienti.

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