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Scappata a inizio conflitto, lo scorso 24 febbraio, si chiama Yuliia Semyriad la bibliotecaria che ora lavora come mediatrice culturale alla Braidense, e che ha organizzato una serie di incontri e attività per le scuole in occasione della settimana dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

La ‘giostra delle storie’, con 12 cavalli bianchi e tutta dipinta a mano, che ora è in sala lettura e poi sarà trasferita nel cortile di Brera, sarà animata mentre Yuliia e una collega leggeranno, in ucraino e italiano, la favola ‘La rapa’ che parla di valori universali perché la prima necessità dei bambini arrivati in Italia “è di non sentirsi stranieri ma – sottolinea Yuliia, radiosa nell’abito tipico del suo paese – parte della comunità dei bambini”.

“Per i bambini sono importanti i progetti sociali, i miei figli, che hanno 13 e 17 anni, sono molto contenti – racconta la bibliotecaria, che abitava a 70 chilometri da Kiev – di come vengono trattati a scuola e fuori”.

Yuliia e famiglia – all’arrivo c’erano anche la madre e due cani, ma la nonna è voluta tornare in Ucraina con uno degli animali di casa – sono arrivati a Milano grazie a un “corridoio culturale”, come spiega la direttrice della biblioteca di Brera Marzia Pontone. “Appena scoppiato il conflitto abbiamo pensato a un gemellaggio con la biblioteca nazionale di Kiev, cui invieremo dei volumi quando si potrà, ma per fare qualcosa nell’immediato – racconta – abbiamo parlato con la responsabile della biblioteca ucraina di Milano, chiedendo se ci fossero bibliotecarie in arrivo e ci è stata segnalata Yuliia. Grazie alla collaborazione con la comunità di sant’Egidio ha trovato casa a Vimercate, mentre da parte nostra abbiamo portato avanti un progetto di dignità professionale, scoprendo che aveva una propensione e un’esperienza nella letteratura per l’infanzia”.

“Questo – aggiunge il direttore di Brera James Bradburne – è il modello di mondo che vogliamo, non siamo le Nazioni Unite, ma possiamo comunque accogliere degli esseri umani, dando una risposta immediata a tutti i profughi, da qualunque paese arrivino”. E sulla giostra delle storie c’è posto per tutti i bambini, “per riaffermare il valore assoluto della pace – conclude Bradburne – e della tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

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