Entro il 2050 nel mondo una persona su quattro soffrirà di ipoacusia, secondo stime attuali, un dato peggiorativo che colpirà una persona su cinque.

Per di più l’80% di questi individui vive in aree sprovviste di adeguati sistemi sanitari. È quanto è emerso dal Congresso nazionale Sio – Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale – che si è tenuto a Milano alcuni giorni fa, che ha promosso un Patto intersocietario per la cura delle malattie dell’orecchio e dei conseguenti disturbi uditivi, condiviso con le società mediche e le professioni sanitarie coinvolte tra cui pediatri, geriatri, medici di medicina generale, audiometristi, audioprotesisti, logopedisti e assistenti sanitari.

“Siamo assolutamente convinti – ha affermato Dominico Cuda, direttore di Otorinolaringoiatria all’ospedale di Piacenza – che la sordità sia un concetto superato, che di fatto si debba parlare di malattie dell’apparato uditivo”. Di qui la divulgazione delle ‘Living guidelines’ per l’impianto cocleare e le linee guida italiane per lo stesso impianto. Si è analizzato inoltre lo sviluppo del registro, in seno all’Istituto superiore di sanità, delle protesi uditive impiantabili e sviluppati confronti clinici sulle nuove indicazioni riguardanti la sordità monolaterale.

Il timore è che il continuo esporsi a suoni prolungati, cuffie, e musica ad altissimo volume, possa peggiorare addirittura nei più giovani, ragazzi e adolescenti, e non con il passare degli anni ed età.

foto crediti dreamstime.com

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