La possibilità di chiedere separazione e il divorzio contestualmente,
introdotta con la recente riforma Cartabia, è stata spesso disattesa da diversi Tribunali di tutta Italia.
A definire ora l’interpretazione della nuova norma, entrata in vigore lo scorso fine febbraio, la Suprema Corte che ha sancito – una volta per tutte e con il verdetto 28727 – come “in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 Cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio“.
Non sarà quindi più necessario aspettare almeno sei mesi per presentare la richiesta di divorzio, permettendo finalmente in ogni Tribunale di sottoscrivere in un’unica sede un solo atto da depositare.
La sentenza degli ermellini, definita da esperti come “una decisione storica”, è stata accolta dall’Organismo Congressuale Forense con “viva soddisfazione per l’intervento tempestivo della Corte di Cassazione che pone fine alla difformità di pronunce di merito ristabilendo un criterio univoco di interpretazione dell’art 473 bis n.49 cpc”.