Il 1 maggio i negozi possono decidere di stare aperti. Si tratta della posizione espressa dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni sulla possibilità di consentire lo shopping nelle città, un’opportunità che purtroppo ha sollevato un acceso botta e risposta tra il sindaco di Firenze, Matteo Renzi e il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.
Per Bonanni, è importante “trovare soluzioni convenienti per le imprese e per i lavoratori, e che tengano conto dell’intero arco del calendario annuale”.
E alla luce di questa vicenda Bonanni ha detto: “Vedo che alcuni rincorrono come pallone mediatico la vicenda del primo maggio, che ogni anno si ripete e che si sviluppa nel territorio in modi diversi. Tutto questo andrebbe evitato”. Il segretario generale della Cisl, ha poi concluso dicendo “è meglio che si decida territorio per territorio”.
Per Uiltucs (turismo commercio e servizi) nelle città di interesse turistico i negozi non possono chiudere, ma la festa del lavoro va comunque rispettata.
Il segretario generale Bruno Boco è del parere che le radici della festa dedicata al lavoro, non andrebbero essere dimenticate e di fatto i negozi nelle città dovrebbero restare chiusi, ma è un discorso che non può valere per città come Venezia, Firenze e Roma.
A Firenze, Matteo Renzi ha dato la possibilità ai negozi del centro storico di restare aperti il prossimo primo maggio. La decisione non é piaciuta ai sindacati che hanno indetto uno sciopero per il commercio proprio nel giorno della festa dei lavoratori, a Firenze come in tutti i Comuni toscani che permettono l’apertura degli esercizi.
Anche Milano e Roma (quest’ultimo in occasione della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II) consentono l’apertura dei negozi del centro il primo maggio.
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, crede che, «se ci sono accordi in questo senso e i lavoratori sono d’accordo, per il turismo sia una importante opportunità».